STUDIO

Geotermia a emissioni nulle, una risorsa per la decarbonizzazione

I dati di The European House Ambrosetti: da questa tecnologia può arrivare il 10% della produzione elettrica italiana al 2050, per una filiera che potrà valere 38 miliardi di euro. Fausto Batini, presidente di Rete Geotermica: “Le nostre aziende rappresentano un’eccellenza a livello mondiale”

Aggiornato il 19 Apr 2024

geotermia

Ipotizzando che l’Italia riesca a valorizzare anche soltanto il 2% del potenziale geotermico presente su tutto il territorio nazionale nei primi 5 km di profondità, pari a 2.900 TWh, la geotermia potrebbe contribuire al 10% della produzione elettrica prevista al 2050. Sul piano dell’energia termica, attraverso le reti di riscaldamento e le pompe di calore geotermiche, questa tecnologia potrebbe contribuire al 25% dei consumi finali termici di oggi, permettendo all’Italia di ridurre del 40% gli attuali consumi finali di gas naturale. Sono i dati che emergono dello studio strategico “La geotermia a emissioni nule per accelerare la decarbonizzazione e creare sviluppo in Italia”, promosso da Rete Geotermica, l’associazione delle imprese del settore, con il supporto di The European House –  Ambrosetti con l’obiettivo di stimare il contributo della geotermia a emissioni nulle per il processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali.

I risvolti economici e industriali

Secondo lo studio, l’Italia vanta una posizione di leadership in termini di filiera tecnologica per la geotermia: è infatti il secondo Paese in UE dopo la Germania per valore della produzione industriale potenzialmente attivabile dalla filiera geotermica, pari a 37,7 miliardi di Euro. L’Italia è inoltre tra i leader in Europa nella fornitura di servizi ad alta specializzazione, per l’ambito esplorativo, per gli studi di fattibilità e per l’ingegnerizzazione. Secondo The European House – Ambrosetti un Euro investito in questa tecnologia attiva altri 2 Euro nel resto dell’economia, per un moltiplicatore economico che è il più alto tra le fonti rinnovabili. E “dal punto di vista sociale e occupazionale, il settore della geotermia gioca un ruolo chiave, generando circa 6.131 nuovi occupati tra diretti, indiretti e indotti per ogni GW installato, attestandosi come la tecnologia green a maggiore intensità occupazionale.

Il ruolo di Rete Geotermica

“Rete Geotermica ha consolidato una filiera di aziende che rappresentano l’eccellenza italiana nel settore a livello mondiale per lo sviluppo di progetti geotermici ad emissioni nulle – spiega Fausto Batini, Presidente di Rete Geotermica – In Italia, Rete Geotermica ha in sviluppo 44 progetti per oltre 800 MWe di potenza elettrica installabile ed investimenti di circa 8 miliardi di Euro da realizzare entro il 2040. Purtroppo, ad oggi, nessun impianto è stato realizzato a causa dei complessi iter autorizzativi e della mancanza di adeguate politiche di sostegno allo sviluppo di questa tipologia di progetti. Auspico che questa iniziativa possa aumentare la consapevolezza dei decisori politici sul ruolo strategico che ha la geotermia ad emissioni nulle e di guidarne lo sviluppo per contribuire alla transizione energetica del nostro Paese”.

Le opportunità strategiche

“La geotermia a emissioni nulla potrebbe avere un beneficio geostrategico e limitare la dipendenza dai Paesi esteri – argomenta Lorenzo Tavazzi, senior partner e responsabile area Scenari e intelligence di The European House – Ambrosetti – Infatti, l’estrazione di litio dai fluidi geotermici rappresenta un’opportunità strategica per ridurre il rischio geopolitico e sostenere la filiera europea, in un contesto in cui la domanda di litio a livello globale è stimata aumentare di almeno 15 volte entro il 2040 rispetto ai livelli del 2020, spinta dalla domanda di veicoli elettrici e batterie di accumulo. Allo stesso tempo – prosegue – la geotermia è la tecnologia green meno dipendente dalle materie prime critiche, riducendo quindi la dipendenza da Paesi esteri. Infine, le risorse geotermiche non necessitano di approvvigionamento estero, contribuendo ulteriormente a ridurre la dipendenza da Paesi terzi”.

La produzione di energia geotermica

La fonte primaria per la produzione di energia geotermica è il calore generato dai processi geologici presenti all’interno del pianeta – spiega Rete Geotermica – L’energia geotermica è quindi una forma di energia rinnovabile e programmabile che può essere impiegata in modo integrato per la coproduzione di energia elettrica e termica ed anche per l’estrazione di materie prime critiche, come il litio.

“L’Italia ha una tradizione ultracentenaria nella geotermia – evidenzia la ricerca – Negli ultimi anni non sono stati realizzati nuovi impianti geotermoelettrici facendo perdere la posizione di leadership acquisita a livello mondiale: nel 2000 l’Italia era il quarto Paese al mondo per potenza elettrica installata della tecnologia tradizionale, mentre è oggi è scesa in ottava posizione”.

La geotermia nei piani energetici nazionali

In Italia, sottolinea Rete Geotermica, i piani energetici nazionali non puntano su questa tecnologia. “Nella bozza del Pniec non viene citato un obiettivo per la geotermia a emissioni nulle, mentre la bozza del Decreto Fer2 prevede uno sviluppo minimo (solo 60 MW per impianti ad emissioni nulle). Di contro, l’UE sta considerando la geotermia come una tecnologia strategica per la decarbonizzazione e mira a triplicare la produzione entro il 2050”.

Le policy per lo sviluppo del settore

“La geotermia a emissioni nulle può rappresentare un driver chiave per la transizione energetica italiana – spiega il report – Tuttavia, permangono alcuni vincoli che limitano il pieno potenziale della tecnologia, tra cui il costo di generazione elettrica, l’elevato rischio di esplorazione iniziale e iter autorizzativi ancora troppo complessi”.

Per poter cogliere e valorizzare i benefici della tecnologia a emissioni nulle The European House propone alcune policy che potrebbero supportare lo sviluppo del settore: “risulta opportuno – spiega il report – definire dei meccanismi di incentivazione adeguati, misure di de-risking per tutelare l’attività imprenditoriale dal rischio intrinseco della tecnologia, e snellire e ottimizzare gli iter autorizzativi, ad esempio attraverso la creazione di un’autorità geotermica nazionale e l’istituzione del titolo autorizzativo unico”.

Articolo originariamente pubblicato il 19 Apr 2024

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