L’Unione Europea fa un passo in avanti deciso e definitivo verso la green energy: nei giorni scorsi il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato in maniera definitiva la nuova Direttiva sull’Energia Rinnovabile, che stabilisce un aumento della quota di energia rinnovabile nel consumo complessivo di energia dell’UE al 42,5% entro il 2030 (con un ulteriore incremento indicativo del 2,5% per consentire di raggiungere l’obiettivo del 45%), rispetto all’attuale obiettivo del 32%, ormai stabilito nel 2018. In questi anni lo scenario energetico del Vecchio Continente è stato completamente cambiato dalla crisi energetica scoppiata dopo la guerra russo-ucraina, che ha spinto l’Unione ad aumentare i propri investimenti nelle rinnovabili, ad esempio attraverso l’approvazione del Piano Repower EU . Ma già prima del conflitto l’Ue aveva deciso di accelerare sulle fonti pulite con il pacchetto Fit for 55.
Cosa dice la nuova direttiva
Ma vediamo cosa dice nel dettaglio l’integrazione della nuova direttiva, che trascorso il termine di 20 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale vedrà le sue disposizioni diventare vincolanti 18 mesi dopo (quindi entro la prima metà del 2025). Innanzitutto, tutti gli Stati membri contribuiranno a raggiungere obiettivi specifici per settori più ambiziosi nei trasporti, nell’industria, negli edifici e nel riscaldamento e raffreddamento dei quartieri, con lo scopo di accelerare l’integrazione delle energie rinnovabili.
In particolare nei trasporti, ambito su cui sinora l’avanzata delle fonti pulite è stata a dir poco lenta, gli Stati membri avranno la possibilità di scegliere tra:
- un obiettivo vincolante di riduzione del 14,5% dell’intensità delle emissioni di gas serra nei trasporti derivanti dall’uso di energie rinnovabili entro il 2030
- una quota vincolante di almeno il 29% di energie rinnovabili nel consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030
Le nuove regole stabiliscono un sotto-obiettivo vincolante combinato del 5,5% per biocarburanti avanzati (derivati principalmente da materie prime non alimentari) e carburanti rinnovabili di origine non biologica (principalmente idrogeno rinnovabile e carburanti sintetici a base di idrogeno) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti. All’interno di questo obiettivo, è previsto un requisito minimo del 1% di carburanti rinnovabili di origine non biologica (RFNBOs) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti nel 2030.
I target per edilizia e trasporti
Importanti anche i target per il manifatturiero: la direttiva stabilisce che l’industria dovrà aumentare annualmente l’uso di energie rinnovabili del 1,6%. Gli Stati membri hanno poi concordato che entro il 2030 il 42% dell’idrogeno utilizzato dall’industria dovrebbe provenire da carburanti rinnovabili di origine non biologica (RFNBOs) e il 60% entro il 2035.
Nel delicato ambito dell’edilizia, di cui tanto si è discusso negli ultimi tempi, le nuove regole stabiliscono un obiettivo indicativo di almeno il 49% di quota di energia rinnovabile negli edifici entro il 2030. Gli obiettivi delle energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento aumenteranno gradualmente, con un aumento vincolante dell’0,8% all’anno a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. Il tasso annuo minimo medio applicabile a tutti gli Stati membri è integrato da ulteriori aumenti indicativi calcolati specificamente per ciascuno Stato membro.
L’accelerazione dei procedimenti autorizzativi
A rendere possibile il raggiungimento di questi e altri target sarà soprattutto l’accelerazione dei procedimenti di concessione dei permessi per i progetti di energia rinnovabile. Gli Stati membri dovranno progettare zone di accelerazione delle energie rinnovabili in cui i progetti di energia rinnovabile saranno soggetti a processi semplificati e rapidi di concessione dei permessi. La diffusione delle energie rinnovabili sarà anche presunta essere di “interesse pubblico prevalente”, scelta che dovrebbe limiterà le basi dei ricorsi legali alle nuove installazioni, ovvero la cosiddetta Sindrome Nimby.
Teresa Ribera, Ministro dell’Ecologica Transizione spagnolo in carica, ha messo in evidenza che la revisione della Direttiva rappresenta un grande successo nel quadro del pacchetto “Fit for 55”, che contribuirà a raggiungere l’obiettivo climatico dell’UE di ridurre le emissioni dell’UE di almeno il 55% entro il 2030 in modo equo, efficiente e competitivo.
Articolo originariamente pubblicato il 12 Ott 2023