La rinascita di una filiera industriale delle Cleantech in Italia e in Europa non è un’utopia: questo il principale messaggio che deriva dallo studio ENERGY TRANSITION STRATEGIC SUPPLY CHAINS. INDUSTRIAL ROADMAP FOR EUROPE AND ITALY” realizzato da Fondazione Enel e The European House – Ambrosetti in collaborazione con Enel. La ricerca in particolare si concentra su tre settori industriali ritenuti chiave da qui al 2030: fotovoltaico, batterie e sistemi di accumulo e pompe di calore elettriche.
La crescita dei mercati green
Tre tecnologie per cui ci si attende una forte crescita: per il fotovoltaico di prevede che tra il 2021 e il 2030 l’UE registri un aumento di 432 GW per il solare, a fronte dei 323 GW per l’eolico. Nello stesso periodo in Italia è previsto un aumento di 58 GW per il solare rispetto ai 25 GW per l’eolico.
Un discorso simile si può fare per le batterie e i sistemi di accumulo, che sono essenziali per facilitare la penetrazione della variabile fonti energetiche rinnovabili, la diffusione dei veicoli elettrici e i cambiamenti nei modelli di domanda di energia elettrica. All’interno dell’Unione Europea la capacità delle batterie dovrebbe crescere di 810 GWh entro il 2030 (oltre 10 volte l’attuale capacità di 76 GWh), mentre in Italia si prevede in crescita di 60-106 GWh (oltre 20-30 volte in più rispetto agli attuali 3,35 GWh). Allo stesso tempo, si prevede che entro il 2030 ci saranno 51 milioni di veicoli elettrici nell’UE (8 volte di più rispetto agli attuali 6,1 milioni) e 6 milioni di veicoli elettrici in Italia (17 volte gli attuali 300.000).
Il trend è di sicura crescita per le pompe di calore elettriche alimentate da fonti rinnovabili sono il modo più efficace per decarbonizzare in modo efficiente riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Sulla base di stime recenti della European Heat Pump Association (EHPA), 60 milioni di ulteriori pompe di calore dovrebbero essere installate entro il 2030 in Europa, passando da 17 milioni del 2021 ai 77 milioni nel 2030. In Italia si prevedono 10 milioni di pompe di calore in più installate entro il 2030, si passerebbe così dagli 1,6 milioni del 2020 a 11,6 nel 2030.
Le potenzialità dell’industria europea
Oggi le catene di approvvigionamento delle tecnologie chiave per raggiungere la decarbonizzazione sono fortemente concentrate al di fuori dell’Europa, principalmente in Cina (in media il 65% del totale). Una condizione che deriva dai costi della produzione nell’UE di queste cleantech, nettamente più costosi rispetto alla Cina, a causa dei maggiori costi di investimento, tempi di realizzazione degli impianti produttivi più lunghi, costo dell’energia più elevato, mancanza di specializzazione (competenze e industrie contigue) e integrazione (estrazione e raffinazione delle materie prime) nelle fasi a monte. Eppure lo studio stima che una serie di scelte strategiche potrebbero permettere all’UE e all’Italia di coprire, al 2030 – grazie alla produzione manifatturiera interna – oltre il 50% del proprio fabbisogno di pannelli fotovoltaici, circa il 90% della domanda di batterie e oltre il 60% di quella di pompe di calore.
Tra le azioni suggerite dalla ricerca ci sono l’uso efficace dei fondi pubblici attualmente disponibili attraverso le istituzioni UE, il rafforzamento di processi produttivi sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale, l’adozione di politiche ambiziose in termini di riciclo dei materiali ed economia circolare, lo sviluppo di processi cooperativi di innovazione in ambito europeo e, infine, la definizione di un quadro fiscale e regolatorio trasparente e stabile.
Articolo originariamente pubblicato il 07 Set 2023