Dalle piccole imprese locali alle aziende affermate a livello globale, le incertezze sull’approvvigionamento energetico e le fluttuazioni dei costi stanno diventando una minaccia sempre più sentita che, se non affrontata, ha il potenziale di causare ripercussioni ambientali, economiche e sociali diffuse. L’indagine Energy Insights di ABB Electrification, condotta da 3Gem Global Market Research & Insights tra il 12 dicembre 2022 e il 6 gennaio 2023 su un campione di 2.300 amministratori delegati, direttori generali e manager di grandi e piccole imprese in diversi settori, rivela che secondo il 92% degli intervistati l’instabilità energetica ha un impatto significativo sui profitti e sulla competitività, cosa che potrebbe anche portare a una diminuzione degli investimenti nei dipendenti e a ostacolare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità. Se non controllato, questo problema potrebbe avere conseguenze di vasta portata per le industrie di tutto il mondo.
Tagli e rinunce per affrontare l’aumento dei costi energetici e dell’insicurezza
Le aziende si trovano ad affrontare un panorama difficile, con l’aumento dei costi energetici e dell’insicurezza che costringono a prendere decisioni difficili su dove concentrare gli investimenti. Nell’ultimo anno questo ha portato alla contrazione dei margini di profitto (34%) e ai tagli alla spesa in alcune aree (34%), tanto che molti manager sono stati costretti a rinunciare alle opportunità di Ricerca e Sviluppo. Inoltre, più di un terzo (38%) ha già ridotto o prevede di ridurre gli investimenti tecnologici, mentre un terzo (33%) prevede di tagliare le spese per le infrastrutture e il 31% prevede un calo delle spese di marketing.
Crisi energetica e riduzioni di budget: l’impatto sulla forza lavoro
Oltre a ciò, nell’ultimo anno, le aziende dichiarano di aver ridotto gli investimenti nella forza lavoro per far fronte all’aumento dei costi energetici e alla necessità di implementare misure di mitigazione. E questa tendenza non rallenterà nei prossimi tre-cinque anni, se le sfide energetiche persisteranno. Tre delle cinque principali aree di business per le quali sono state evidenziate riduzioni di budget sono proprio legate alla forza lavoro. Il 42% spenderà meno per le assunzioni di personale; il 38% diminuirà la spesa per stipendi, straordinari e bonus; il 37% ridurrà gli investimenti per la formazione e lo sviluppo del personale.
La sfida di conciliare sviluppo sostenibile e riduzione dei costi
Gli intervistati hanno inoltre espresso il timore che il prezzo dell’energia e l’insicurezza possano ritardare i progressi in materia di cambiamenti climatici, in quanto il rispetto degli impegni di riduzione delle emissioni di carbonio è attualmente considerato meno prioritario rispetto alla riduzione dei costi energetici. Oltre la metà (58%) dei dirigenti aziendali ha dichiarato che il costo dell’energia potrebbe ritardare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e riduzione delle emissioni di carbonio da uno a cinque anni. Mentre la riduzione dei costi energetici è la priorità assoluta per il 61% delle aziende, solo il 40% ha attualmente inserito la riduzione delle emissioni di anidride carbonica tra le proprie priorità aziendali.
Sicurezza energetica: aumentano gli investimenti in efficienza energetica e fonti rinnovabili
L’83% dei dirigenti aziendali si dichiara preoccupato per la sicurezza dell’approvvigionamento energetico della propria azienda e molti si stanno attivando per risolvere il problema. Più di un terzo (36%) teme un ulteriore aumento dei costi energetici, il 31% è preoccupato per le interruzioni di corrente e i blackout e un quarto per il razionamento dell’energia. In risposta, il 34% ha già aumentato gli investimenti per migliorare l’efficienza energetica e il 40% sta valutando di installare impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili per essere meno dipendenti dalla rete.
Non meno importante, è il tema dell’economia circolare, vero e proprio cardine di qualsiasi paradigma di sviluppo sostenibile, cui l’elettrificazione delle città e della mobilità può contribuire sostanzialmente.
Come superare la sfida energetica con la tecnologia
Sebbene le aziende vogliano intraprendere azioni proattive per affrontare le sfide energetiche, un terzo di esse è scoraggiato dal costo percepito dell’implementazione di misure di efficienza energetica e quasi la metà (49%) ritiene di non avere il know-how o le risorse per procedere.
Molte delle tecnologie che possono aiutare le aziende – grandi o piccole – a ottimizzare la gestione dell’energia e a ridurre i costi sono già ampiamente disponibili e a costi ragionevoli. Ad esempio, in un Headquarter di un Società di Telecomunicazioni ad Hanoi, la tecnologia degli edifici intelligenti ha ridotto i costi energetici del 20%, mentre l’adeguamento dell’hardware e l’utilizzo di soluzioni di gestione dell’energia in uno stabilimento di ABB in Italia hanno portato a un risparmio energetico del 30%.
Le aziende possono anche unirsi all’Energy Efficiency Movement di ABB, un forum globale di oltre 300 organizzazioni che condividono idee e soluzioni che possono aiutare l’industria a ridurre i costi, ad affrontare le sfide energetiche e ad accelerare il percorso verso la neutralità climatica.
Morten Wierod, Presidente di ABB Electrification, ha dichiarato: “Le aziende hanno necessità di essere meno dipendenti dai prezzi dell’energia e dall’insicurezza dell’approvvigionamento energetico e stanno rivalutando i piani di spesa attuali e futuri. L’adozione di misure per limitare questa dipendenza è una chiara priorità, ma questo non deve essere un catalizzatore di potenziali impatti sulla forza lavoro o sull’ambiente. Investire in tecnologie intelligenti e sostenibili per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica permette alle aziende sia di tagliare i costi che di ridurre le emissioni. Con il giusto approccio, è possibile ottenere risparmi sui costi senza sacrificare la competitività, la forza lavoro o il percorso verso la decarbonizzazione”.
Articolo originariamente pubblicato il 26 Apr 2023