Efficienza Energetica

Riqualificazione energetica del residenziale: cosa cambia dopo la fine del Superbonus

Gabriele Basile, Ceo di Termo, evidenzia come l’efficientamento del parco edilizio italiano debba passare per il coinvolgimento delle fasce più deboli della popolazione

Aggiornato il 07 Apr 2023

Gabriele Basile, Ceo di Termo

Anche dopo il Superbonus, la riqualificazione energetica del Sistema Paese deve continuare a guardare il settore residenziale, concentrandosi però maggiormente sulle esigenze delle fasce della popolazione meno abbienti. Ne è convinto Gabriele Basile, Ceo di Termo, realtà italiana che dal 2014 si occupa di attività di riqualificazione energetica degli edifici residenziali. “ La nostra storia è iniziata con la vendita di caldaie e condizionatori, per poi presto curare anche la fase di installazione.

In una fase successiva, con il Fondo italiano di investimento abbiamo intuito, in contemporanea con la presentazione del Decreto rilancio, le potenzialità della riqualificazione nel settore residenziale e siamo così entrati in questo segmento di mercato nel dicembre 2020, aprendo due nuove business unit. Siamo in grado di fornire un autentico servizio chiavi in mano, che va dalla progettazione all’execution. La seconda divisione è invece concentrata su aspetti legati alle detrazioni, lavorando per circa 120 banche per gestire tutta la documentazione che porta o alla cessione del credito o alla detrazione per i clienti”.

Il focus sul residenziale

Ad oggi, Termo ha eseguito oltre 12.300 installazioni di sistemi HVAC e ha gestito oltre 110 cantieri superbonus 110%, generando una riduzione di emissioni di CO2 superiore a 4.500 ton/anno. L’azienda ha inoltre stipulato convenzioni con 120 istituti bancari per la gestione dei crediti Ecobonus, superando ad oggi 1 miliardo di euro di crediti gestiti.  Non a caso il gruppo è cresciuto particolarmente nell’ultimo biennio, passando da 4 milioni di euro di fatturato a circa 36,8 milioni, con circa 160 addetti .

“In sintesi, il nostro obiettivo è stato quello di ridurre le emissioni di CO2 del settore residenziale, offrendo servizi che vanno dalla progettazione, all’installazione e alla gestione documentale. Ci sono già molte società che lavorano nel settore industriale, anche realtà multinazionali estremamente importanti. Credo che il futuro sia però il piccolo residenziale, che sinora non è stato affrontato in maniera massiccia anche perché ritenuto economicamente non conveniente dagli operatori”.

Il tema della povertà energetica

Secondo Termo, i risparmi energetici in questo ambito vanno da un – 30% di consumi, con la semplice installazione di un sistema di riscaldamento più sostenibile, mentre con interventi di riqualificazione energetica più ampi si può raggiungere il 60-80% di efficienza (nelle abitazioni attualmente in classe G).

La direttiva sulle Case Green, di cui molto si è parlato nelle scorse settimane, avrà secondo Basile degli impatti positivi: “Sono estremamente ottimista sulla direttiva delle case green, secondo me c’è bisogno di una direttiva che spinga i singoli Paesi ad affrontare questo tema. A prescindere da tutte le polemiche che ci sono state sui costi, poco si è parlato invece di altre due tematiche. Innanzitutto della capacità di implementazione: in Italia si dovrebbero riqualificare 9 milioni di immobili, ma negli ultimi due anni – in cui non si trovavano più ponteggi, ditte e materiali – abbiamo visto le difficoltà del sistema edilizio. Quindi credo che purtroppo pensare di ottenere una riqualificazione totale in 10 anni sia praticamente impossibile. C’è poi la questione della povertà energetica: bisogna trovare delle formule per consentire ai ceti meno abbienti di riqualificare le proprie case”.

In effetti, nonostante la riqualificazione energetica – tra detrazioni esistenti e aumento del valore dell’immobile (tra 15 e 40% – sia sempre un investimento conveniente, le persone non abbienti rischiano di non avere le risorse necessarie per affrontarla: “Attualmente gli incentivi vanno bene soltanto per chi appartiene fasce medio-alte. Il problema non è la capacità di spalmare il costo su più anni, il tema è che queste persone non hanno la capacità finanziaria per affrontare l’investimento iniziale medio: la riqualificazione di un appartamento da 100 metri quadri costa circa 80.000 euro.

Dunque, chi non possiede queste risorse rischia di trovarsi con un’abitazione svalutata, continuando a pagare bollette elevate. Servono degli sconti in fattura per queste persone, limitando l’esborso di cassa diretto per queste persone”. Fondamentale in questo senso sarà anche un rafforzamento del ruolo delle banche: ad oggi non ci sono proposte concrete del sistema bancario rivolte alla riqualificazione dei condomini.

Le tecnologie chiave per l’efficienza

Ma quali sono le tecnologie chiave per garantire l’abbattimento dei consumi nel residenziale? Secondo Termo l’autoproduzione energetica – da fotovoltaico e geotermico – è destinata a giocare un ruolo crescente, mentre per quanto riguarda l’efficienza vera e propria le pompe di calore full electric stanno imponendosi nell’ambito riscaldamento. Anche l’IoT può assicurare un contributo significativo, ma soltanto se questa tecnologia sarà veramente messa a servizio del risparmio energetico (per esempio consentendo il monitoraggio dei punti di consumo), al contrario di quanto fatto sinora.

Una possibilità concreta per il residenziale sarà anche quella delle comunità energetiche: “Dobbiamo capire un po’ meglio le normative, forse saranno necessarie alcune modifiche, ma vediamo positivamente questo modello anche per i condomini. Tra autoconsumo e incentivi per associati il vantaggio è veramente rilevante, anche per impianti costruiti recentemente”.

Per il futuro Termo guarda anche all’ingresso in altri settori diversi dal residenziale, sempre puntando sull’orizzonte della riqualificazione: “ Nel prossimo periodo ci apriremo alla Pubblica amministrazione, vedo tantissimo lavoro sulle scuole, che spesso hanno a che fare con un patrimonio immobiliare non a norma non solo da un punto di vista energetico. Guardiamo anche alle Pmi; le grandi aziende hanno capacità di ridurre i consumi, le piccole imprese hanno invece bisogno di essere supportate per fare piccoli interventi che possono dare buoni risultati, come ad esempio l’installazione del fotovoltaico o la partecipazione alle comunità energetiche”, conclude il Ceo di Termo.

Articolo originariamente pubblicato il 07 Apr 2023

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

T
Gianluigi Torchiani

Articoli correlati

Articolo 1 di 4