Non siamo al razionamento di cui i media parlano da un po’ di settimane a questa parte, ma il Piano nazionale di Contenimento dei consumi di gas naturale, varato ieri dal Ministero della Transizione ecologica fa comunque un certo effetto. Per la prima volta è infatti messo nero su bianco che il sistema energetico e produttivo nazionale dovrà ridurre i suoi consumi di gas (ovvero la materia prima fondamentale del comparto energetico nazionale), attraverso anche azioni di efficienza energetica, che saranno possibili anche e soprattutto grazie all’impiego delle soluzioni digitali tipiche del mondo Smart energy. L’esigenza di contenimento dei consumi e di decarbonizzazione ( qui potete leggere una riflessione di ESG360 sul piano) ha radici note: il conflitto tra Russia e Ucraina ha palesato l’importanza del gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale di gas naturale (circa il 40% nel 2021, con 29 miliardi di Smc su 76 miliardi di Smc di gas consumati). Una dipendenza che, anche sulla spinta dei continui tagli alle forniture da parte di Mosca, l’Europa e il Governo italiano hanno cercato di ridurre, investendo sugli stoccaggi e cercando di aumentare l’import di gas da altri Paesi (GNL compreso).
Secondo quanto si legge nel Piano l’insieme delle iniziative messe in campo consente di sostituire entro il 2025 circa 30 miliardi di Smc di gas russo con circa 25 miliardi di Smc di gas di diversa provenienza, colmando la differenza con fonti rinnovabili e con politiche di efficienza energetica. Resta il fatto che da qui al 2025 mancano ancora tre anni e che soprattutto il 2022 sarà un anno critico, con gli stoccaggi che andranno in gran parte consumati.
Le azioni del Piano di Contenimento
Da qui l’esigenza del Piano di Contenimento, che si muove su tre direzioni:
a) la massimizzazione della produzione di energia elettrica, nel settore termoelettrico, con combustibili diversi dal gas (leggi carbone) e l’accelerazione delle energie rinnovabili nel settore elettrico;
b) le misure di contenimento nel settore riscaldamento in parte anticipate per quanto riguarda gli edifici pubblici
c) un insieme di misure comportamentali nell’uso efficiente dell’energia che integrano la politica nazionale in materia di efficienza energetica e che in questo caso hanno anche l’obiettivo di aiutare cittadini e imprese a ridurre i costi della propria bolletta energetica.
d) Il contenimento volontario dei consumi nel settore industriale, in modo da valorizzare tutte le opportunità a basso impatto sulla produzione e comunque salvaguardando i settori strategici
Il ruolo dell’efficienza energetica
Concentriamo le nostre riflessioni soprattutto sugli ultimi 2 punti: in altre parole, soltanto nell’attuale situazione emergenziale, in un Paese che da decenni spende annualmente svariate decine di miliardi di euro per acquistare gas e petrolio da Paesi esteri, si decide di promuovere al massimo l’efficienza energetica. Facendo quindi cadere il luogo comune che la già buona intensità energetica dell’Italia (ovvero la quantità di energia necessaria per produrre un’unità di PIL) impedisse forti ragionamenti in tal senso. In un momento di forte necessità, invece, si capisce che queste azioni capaci di “promuovere comportamenti consapevoli e intelligenti nel consumo di gas e di energia elettrica” erano possibili . Meglio tardi che mai, verrebbe da dire.
Tra i comportamenti suggeriti, oltre alle limitazioni per il riscaldamento invernale, ci sono la riduzione della temperatura e della durata delle docce, l’utilizzo anche per il riscaldamento invernale delle pompe di calore elettriche usate per il condizionamento estivo, l’abbassamento del fuoco dopo l’ebollizione e la riduzione del tempo di accensione del forno, l’utilizzo di lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, il distacco della spina di alimentazione della lavatrice quando non in funzione, lo spegnimento o l’inserimento della funzione a basso consumo del frigorifero quando in vacanza, non lasciare in stand by TV, decoder, DVD, la riduzione delle ore di accensione delle lampadine. Ma come si farà a capire che si consumerà davvero meno energia rispetto al passato? Qui entrano in gioco le smart energy, le tecnologie digitali che abbiamo più volte raccontato su EnergyUp.Tech e che giocano un ruolo fondamentale sull’efficienza energetica. Perché senza la conoscenza esatta dei consumi, della situazione di partenza e di quella d’arrivo, è impossibile mettere in atto qualsiasi azioni di contenimento dei consumi. Non a caso nel piano del Mite si legge come “Saranno attivati monitoraggi su edifici pubblici, impianti condominiali, locali commerciali, punti a maggiore consumo, mediante il rilevamento dei dati giornalieri di consumo a livello di reti di distribuzione gas cittadine per valutare la risposta volontaria degli utenti, utilizzando i dati orari di prelievo ai punti di connessione tra le reti di distribuzione cittadine e i punti di riconsegna della rete di trasporto SNAM, che sono costantemente monitorati”. L’apporto al difficile addio al gas russo potrebbe essere di non poco conto: da tali misure a costo zero può aversi un risparmio, da stime ENEA, fino a 2,7 Smc.
C’è poi la necessità di accelerare in tecnologie innovative più efficienti: nel documento si legge infatti come “ulteriori risparmi possono conseguirsi con misure comportamentali che richiedono investimenti anche piccoli da parte degli utenti, ad esempio con investimenti per la sostituzione di elettrodomestici a più elevato consumo con quelli più efficienti, sostituzione di climatizzatori con quelli più efficienti, installazione di nuove pompe di calore elettriche in sostituzione delle vecchie caldaie a gas, installazione di pannelli solari termici per produrre acqua calda, sostituzione lampadine tradizionali con quelle a led”. In questo senso l’aspettativa è di un risparmio di circa 1 miliardo di Smc.
Ulteriori misure potranno essere arrivare nei prossimi mesi per i settori industriali, in particolare energivori. Che dovranno quindi utilizzare al meglio gli strumenti di gestione dell’energia, tipici dell’energy management avanzato, per evitare contraccolpi sui costi e la produttività. Insomma, l’efficienza energetica, tema poco enfatizzato dai partiti nella campagna elettorale, giocherà un ruolo cruciale nella difficile sfida della stabilizzazione del sistema energetico nazionale dei prossimi anni. E potrà farlo grazie al ruolo decisivo delle moderne tecnologie digitali.