L’attenzione all’energy management, così come all’efficienza energetica, è progressivamente cresciuta nel contesto industriale italiano. Complici le crisi economiche, la necessità di recuperare competitività in un contesto di costi energetici sempre più volatili e, più di recente, di contenere le emissioni inquinanti. Può essere letta così la storia di Acciaierie Beltrame, realtà che opera nel settore siderurgico da più di un secolo producendo laminati destinati alle costruzioni edili, alla cantieristica navale e alle macchine movimentazione terra. Come racconta a Energyup.Tech l’energy manager Gianmaria Zanni, “Acciaierie Beltrame è un gruppo multinazionale con sedi in Italia, Francia, Svizzera e Romania. Abbiamo sette siti produttivi, che presentano consumi importanti, dal momento che la nostra attività è di per sé energivora. Parliamo di 1,2-1.3 TWh di elettricità annui e più di 120 milioni di metri cubi di metano. Inoltre, come acciaieria siamo anche grandi consumatori di ossigeno, che viene impiegato all’interno dei forni. I costi dell’energia in anni normali viaggiavano intorno al 30% dei costi operativi, con l’attuale crescita dei prezzi è cambiato completamente lo scenario, ora siamo intorno al 40% e oltre”.
La crescente attenzione all’energy management
Eppure, nonostante l’energia abbia sempre inciso sull’attività e sul business di Acciaierie Beltrame in maniera rilevante, l’energy management – ovvero un’attività costante di miglioramento dell’uso dell’energia in azienda – ha assunto soltanto in tempi relativamente recenti un’importanza cruciale per il gruppo. “Il primo momento in cui si è iniziato a cambiare mentalità è stato con la grande crisi del 2008/09, che ha insegnato ai gruppi siderurgici che era importante non soltanto produrre tanto, ma anche e soprattutto farlo in maniera efficiente, anche perché i volumi vendibili sul mercato avevano subito una contrazione. Tra 2011 e 2013 il nostro gruppo ha percepito che investire in efficienza energetica avrebbe potuto portare una maggiore competitività sul mercato: siamo perciò partiti con l’aggredire le aree di inefficienza di tutti gli impianti, non solo i forni (a cui è legato comunque il 70% del fabbisogno di energia) ma anche i sistemi ausiliari”.
Gli interventi di efficientamento
L’energy team ha perciò in questi anni efficientato apparati dell’area compressa, pompe, motori elettrici, bruciatori, implementando sistemi di automazione intelligenti e auto adattativi che permettono di fare efficienza grazie al monitoraggio di tutta una serie di parametri. È stato effettuato anche il relamping dei sistemi di illuminazione che, per quanto non abbia inciso in maniera determinante sui consumi interni, ha comunque avuto un effetto positivo sulla sicurezza di alcune aree degli stabilimenti. “Non c’è stata una singola area che non sia stata toccata dai nostri progetti: dai magazzini, ai laminatoi, agli impianti ausiliari. Per fare efficientamento diventa importante scegliere dei partner di alto livello e selezionare le tecnologie adatte, considerato anche che spesso i nostri ambienti sono difficili a livello di temperature e polverosità”, evidenzia Zanni.
L’attenzione alle rinnovabili
Oltre all’efficienza energetica, ora nel mirino ci sono le rinnovabili, con un approccio estremamente particolare per il mercato nazionale: “Stiamo sviluppando una serie di PPA (Power Purchase Agreement), soprattutto in ambito fotovoltaico. L’interesse del gruppo Beltrame è dunque quello di stringere accordi con alcuni produttori di energia green. Il vantaggio è che per installare gli impianti solari in ambito siderurgico ci sarebbe bisogno di spazi estremamente importanti, che spesso le nostre sedi non hanno a disposizione. D’altra parte l’installazione nei tetti dei capannoni darebbe vita a potenze troppo basse per le nostre necessità. In ambito siderurgico c’è poi il tema della polverosità, con numerose criticità che si potrebbero presentare nella gestione degli impianti installati direttamente. Un altro vantaggio dei PPA è legato a quello che sta succedendo nei mercati dell’energia: avere una base di elettricità green a prezzo fisso per 10 anni può essere interessante a livello economico e di sostenibilità dei processi produttivi. In ogni caso ci daremo degli obiettivi al 2030 di copertura del fabbisogno da energia pulita, dobbiamo ancora stabilirli internamente ma saranno sicuramente importanti”.
Strategie a tutto campo contro il caro energia
Sul tema caro energia, l’energy manager non nasconde la problematicità della situazione attuale: oltre a una attenzione estremamente ai prezzi, cercando di cogliere eventuali opportunità di fixing dove possibile, Acciaierie Beltrame in questa fase si trova comunque impegnata nella salvaguardia dei propri margini: “In certi casi si può valutare se non sia più opportuno rallentare o spegnere l’impianto per una giornata o due quando il PUN è troppo elevato. Per poi magari ripartire in un momento in cui i prezzi sono più bassi. Il mercato dell’acciaio è comunque ricettivo, la produzione deve andare avanti, ma in questo contesto lo si deve fare prestando un’estrema attenzione ai costi energetici”. In questo senso, l’energy manager può contare su strumenti digitali che consentono di fornire delle preziose indicazioni sull’andamento dei prezzi, sia sul breve termine che sul lungo. “Possiamo poi contare su delle soluzioni informatiche che ci consentono di monitorare gli impianti, con una serie di kpi di riferimento, evidenziando gli eventuali consumi anomali. Per noi è fondamentale verificare che i setup degli impianti siano ottimali, dunque non solo cerchiamo di monitorare l’efficienza, ma anche che la gestione fatta dagli operatori sia corretta. Ovvero si tratta di evitare che – banalmente – una macchina rimanga accesa quando non serve. In questo senso ci siamo dotati di soluzioni di automazione, che ci permettono di avere dei consistenti risparmi”.
Il ruolo dell’energy manager in un contesto industriale
Ovviamente è poi fondamentale il lavoro dell’energy manager, un ruolo che Zanni ricopre in azienda da oltre 15 anni: “Mi sono laureato in ingegneria elettrica all’Università di Padova nel 2000, sono stato assunto poi in una azienda che si occupava di gestione calore per gli ospedali, lavorando agli impianti di cogenerazione, riscaldamento, ecc. Sono rimasto in questa impresa per 6 anni ed è stata un’esperienza molto formativa dal lato tecnico. Quando sono arrivato in Beltrame nel 2006 ci è voluto qualche anno per affermare il mio ruolo all’interno dell’azienda. Oggi la situazione è decisamente cambiata: basti pensare che 15 anni fa ero l’unico a occuparmi di questi temi, oggi abbiamo un team di 10 persone. Inoltre nell’ultimo anno e mezzo abbiamo lavorato tantissimo anche sulla sostenibilità e monitoraggio delle emissioni di CO2: penso che sia un tema strettamente correlato all’energia e dunque lo affrontiamo congiuntamente con il nostro ufficio ambiente. Le caratteristiche di un buon energy manager? Dal mio punto di vista deve possedere una cognizione tecnica degli impianti, altrimenti farà sempre fatica a lavorare sui progetti: non basta soltanto sostituire un impianto, ma occorre anche saperlo gestire. Serve poi la competenza sui mercati e sulla normativa: quest’ultima per un’industria energivora è un ambito estremamente complesso, quindi bisogna essere profondi conoscitori della materia. Oggi è difficile trovare un giovane professionista preparato su entrambi questi ambiti, forse è più facile reperire una figura formata sul funzionamento dei mercati. Ma quando un energy manager ha fatto gavetta sugli impianti diventa automaticamente più credibile nella presentazione dei progetti di efficienza” .
Le prospettive per il futuro
In futuro, Acciaierie Beltrame continuerà a investire nell’efficienza energetica dei propri processi anche se – ammette l’energy manager – “ quando si sono già finalizzate tutta una serie di iniziative diventa più dispendioso in termini di tempo ed economici ottenere dei risultati supplementari. Occorre continuare ad agire sui comportamenti e sulle gestioni, inoltre nella sostituzione degli impianti occorre sempre valutare un upgrade in termini di efficienza. Stiamo valutando anche l’introduzione di recuperi energetici con cicli ORC, che ora per effetto del caro energia presentano dei tempi di ritorno dall’investimento più accettabili”.