La trasformazione digitale interessa da vicino anche le utility locali italiane, che possono ricorrere alle moderne tecnologie per superare le rigidità storiche dei propri sistemi IT. Lo dimostra il caso di Publiacqua, azienda che gestisce il servizio idrico integrato delle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo, che ha deciso di realizzare un servizio di Disaster Recovery appoggiandosi a VMware Cloud on AWS, superando così il modello basato su un Data Center tradizionale on premise.
Publiacqua utilizzava già i servizi cloud di AWS e di altri cloud service provider, ma questa formula non era del tutto soddisfacente per il tipo di governance IT individuata dalla municipalizzata per assicurare la continuità operativa del proprio business. Così, è stata valutata la possibilità di realizzare il servizio di Disaster Recovery con la soluzione VMware Cloud on AWS, in ottica ibrida. “AWS è uno dei partner di public cloud di VMware per tutti i carichi di lavoro basati su vSphere – spiegano Alberto Menichetti e Alessio Penni, responsabili del progetto per TAI – . Abbiamo prospettato a Publiacqua la possibilità di estendere l’ambiente vSphere on-premise sul Cloud AWS, cogliendo tutti i vantaggi dell’Hybrid Cloud e del Software-Defined Data Center”.
Valutata la fattibilità all’inizio del 2020, il progetto è partito nel giro di poche settimane, per poi concludersi, almeno per quanto riguarda l’infrastruttura principale, nel corso del mese di giugno. Il percorso di transizione dei dati di Publiacqua all’interno del cloud di Amazon è avvenuto all’interno dello Spazio Economico Europeo e in particolare in un Data Center a Francoforte, in piena conformità con il GDPR e il trattamento dati personali sensibili.
Il risultato finale è la disponibilità per Publiacqua di una infrastruttura più reattiva, scalabile e resiliente, unitamente con la possibilità di contare sul servizio di Disaster Recovery efficiente. Inoltre, sono stati rafforzati i modelli organizzativi per la gestione della continuità operativa; sono in programma ulteriori test insieme a tutti gli utenti della filiera coinvolti nella gestione di un eventuale evento avverso. “Se avessimo dovuto affrontare un progetto del genere in modalità tradizionale, non solo avrebbe avuto un costo insostenibile, ma sarebbe mancato anche il sito adatto – spiega Paolo Vinci, CIO di Publiacqua – . Inoltre, gran parte delle attività si sono svolte in remoto durante il primo lockdown nel corso del 2020, un altro aspetto caratterizzante dell’approccio cloud alla gestione dei sistemi. Naturalmente è stato necessario intervenire sui sistemi per renderli compatibili con la nuova infrastruttura, con un lavoro di aggiornamento rilevante”.
Per il futuro sono tre le direzioni evolutive che si aprono ora per i sistemi IT di Publiacqua. La prima prevede di portare a regime tutti i servizi abilitati dall’infrastruttura IT aziendale, ampliando la gamma di ciò che può essere erogato in modalità DR. La seconda prevede di avviare sotto l’ombrello DR anche altri servizi erogati agli utenti interni, a cominciare dai desktop virtuali, introdotti già da diversi anni su tecnologia VMware. Il terzo trend evolutivo riguarda gli aspetti di sicurezza delle informazioni, perché nel momento in cui viene estesa l’infrastruttura con il servizio di Disaster Recovery viene aumentato il perimetro esposto alle minacce esterne.