In Italia il 20% dell’energia consumata arriva dalle fonti di energia rinnovabili: la stima arriva dal report per le attività 2020 del GSE, il Gestore dei servizi energetici, a testimonianza ulteriore dei progressi registrati da queste fonti. Più nel dettaglio, secondo il GSE, i consumi coperti da fonti rinnovabili si sono attestati sui 21,5 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio), dato che vale attorno al 20% del fabbisogno lardo nazionale. Un valore che è superiore al target del 17% che l’Unione Europea aveva assegnato al nostro Paese per il 2020 e che è anche il frutto della forte riduzione dei consumi avvenuta nell’ultimo anno a causa della crisi pandemica. In realtà comunque, il superamento del target è già avvenuto da alcuni anni (dal 2014) e ormai, più che al 2020, si guarda agli obiettivi al 2030 e al 2050.
I nuovi impianti installati
Per cui serve installare nuovi impianti a una velocita certa velocità; in questo senso i dati del 2020 possono essere visti in chiaroscuro. La stima del Gse è che nel 2020 sia entrata in esercizio una potenza incrementale di circa 900 MW, di cui circa 750 fotovoltaici, la maggior parte dei quali (oltre 430 MW) relativi a nuovi impianti di generazione distribuita in Scambio sul Posto e per il resto ascrivibili a interventi non incentivati. Al fotovoltaico si aggiungono circa 90 MW di eolico (con un incremento annuo però in forte riduzione rispetto agli anni scorsi), per buona parte collegati ai primi impianti incentivati con il DM 4 luglio 2019, che secondo il GSE produrrà maggiori effetti nei prossimi anni. Si tratta di numeri di per sè non certo disprezzabili, considerate anche le difficoltà materiali e concrete legate alla pandemia, ma che dovranno essere notevolmente accelerati nei prossimi anni, se il nostro Paese vorrà avere una possibilità di rispettare i target al 2030.
I costi delle rinnovabili
Il report del GSE va oltre la stima del contributo delle fonti pulite all’elettricità, guardando anche alle rinnovabili termiche che, secondo le prime stime del 2020 indicano consumi intorno a 10,1 Mtep (dei quali 7,5 Mtep da bioenergie e 2,2 Mtep da pompe di calore), che sarebbero lievemente inferiori all’anno precedente. Quanto al peso delle rinnovabili nei trasporti, le prime elaborazioni per il 2020 (circa 1,3 Mtep) indicano un leggero aumento dell’immissione in consumo di biocarburanti rispetto al 2019, dovuto in primis all’incremento del biometano.
I benefici economici e ambientali delle rinnovabili sono quantificabili: la stima del GSE è che nel solo 2020 si siano attivati circa 2,2 miliardi di euro di nuovi investimenti. L’energia rinnovabile e i risparmi energetici incentivati nell’ultimo anno hanno evitato l’emissione in atmosfera di 42 mln di tonnellate di CO2 eq e il consumo di 109 mln di barili di petrolio, mentre si stima in almeno 51 mila unità di lavoro annuali (equivalenti a tempo pieno) l’occupazione diretta e indiretta correlata a tutte le iniziative – nuove e già in corso – sostenute nel 2020. Tutto questo, ovviamente, ha un costo economico, in particolare sulle bollette pagate da famiglie e imprese, che in buona parte sostengono l’incentivazione statale alle fonti pulite: il GSE calcola un costo complessivo annuale di 15,2 miliardi di euro, di cui 11,9 legati all’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, 1,1 miliardi ascrivibili all’efficienza energetica e alle rinnovabili termiche, 1,0 per i biocarburanti e 1,3 miliardi riconducibili ai proventi derivanti dall’ETS (Emissions Trading Scheme).