Sostenibilità

Oltre l’auto elettrica, verso una smart mobility più sicura e sostenibile

Tutto questo è possibile grazie alle piattaforme e alle soluzioni digitali già presenti sul mercato. L’esperienza accumulata nei nostri progetti di smart mobility – come la gestione dei tunnel di Londra, dell’area metropolitana di Manila o delle strade spagnole, tra gli altri – dimostra che è possibile ottenere riduzioni fino a 30 minuti nei tempi di percorrenza in auto, 40% nei tempi di attesa e di trasferimento dei passeggeri in autobus, 30% nel tasso di frodi negli accessi al trasporto pubblico, 50% nei tempi medi di risposta agli incidenti e 18% nel numero di incidenti stradali, soprattutto ai semafori.

Pubblicato il 28 Ott 2020

Isa Cano Tarruella

direttore Sviluppo Strategico Trasporti di Indra

Dopo la tregua ambientale dovuta al lockdown, abbiamo davanti a noi l’opportunità – e l’obbligo civico – di ripensare l’attuale modello di trasporto, che rappresenta una delle principali cause del cambiamento climatico. Abbiamo urgente bisogno di un nuovo modello di mobilità che sia più intelligente, più sicuro e più sostenibile. Istituzioni come la Commissione Europea stanno cogliendo la sfida e guidando la transizione verso il nuovo modello. L’ultima Settimana Europea della Mobilità, che si è tenuta a fine settembre, ha avuto come tema “Emissioni zero, mobilità per tutti” e ha sottolineato, appunto, l’importanza di muoversi verso un sistema di trasporto a zero emissioni. All’orizzonte c’è il cosiddetto obiettivo del “triplo zero”: zero emissioni, zero congestioni e zero incidenti. L’attenzione sulla mobilità sostenibile tende a concentrarsi, in molti casi, sull’adozione del veicolo elettrico. Si tratta, infatti, di uno dei pilastri del nuovo sistema, nonché di un settore in crescita: secondo il Rapporto sulla Mobilità Intelligente del Politecnico di Milano, nel 2019 le immatricolazioni di auto elettriche sono cresciute in Italia del 78%, arrivando a oltre 17.000 veicoli. Nonostante la flessione dovuta al confinamento e le differenze di attuazione tra Nord e Sud, tutto indica che le registrazioni continueranno a crescere nei prossimi anni, incoraggiate da una legislazione favorevole e dall’estensione dei sistemi e dei punti di ricarica. Questo sviluppo è senza dubbio un passo cruciale nella giusta direzione. Ma non è l’unico. Il nuovo modello di trasporto di cui abbiamo bisogno va ben oltre l’auto elettrica: richiede la creazione di un ecosistema intelligente, capace di collegare utenti, veicoli e infrastrutture. Il potenziale economico di questo nuovo mercato della mobilità connessa e intelligente potrebbe raggiungere i 30 miliardi di dollari entro il 2022, secondo le nostre stime e si chiama smart mobility.

La “platformization” della mobilità

Come in altri settori, la creazione di un ecosistema di trasporto intelligente richiede l’adozione di una logica di piattaforma. Oggi sono disponibili piattaforme avanzate, basate su tecnologie digitali e in grado di integrare veicoli, infrastrutture e operatori, promuovendo l’intermodalità, l’interoperabilità e l’integrazione dei dati e facilitando così lo sviluppo di nuovi modelli di business come la mobilità “as a service”.

Le piattaforme di mobilità aprono le porte a un nuovo modello di trasporto in cui, ad esempio, sarà possibile accedere a un centro di controllo del traffico, sia fisico che in cloud, con realtà virtuale, automatizzato e in grado di prevedere e mitigare un ingorgo, guidare un veicolo autonomo “hackerato” o rispondere in tempo reale a un incidente. Infatti, gli incidenti potranno essere evitati anche grazie a dispositivi intelligenti e alla fibra ottica installati sulla strada, con tecnologie come DAS (rilevazione acustica distribuita), DTS (rilevazione termica distribuita) e intelligenza e visione artificiale.

Questo modello – che permette un controllo intelligente, ottimizzato e automatizzato del traffico – è possibile grazie alle nuove piattaforme IoT in grado di integrare: gli Intelligent Transport Systems (ITS); l’Edge Computing, con comunicazioni a bassa latenza tra dispositivi con un crescente livello di intelligenza localizzata; e i sistemi di trasporto cooperativo intelligente che permettono ai veicoli di comunicare tra di loro e con l’infrastruttura.

Le grandi tecnologie di dati e gli algoritmi intelligenti incorporati in queste nuove piattaforme saranno anche in grado di integrare e analizzare i dati forniti da tutti questi sistemi e da altre fonti per prevedere il traffico e la probabilità di incidenti fino a due ore prima, contribuendo a ridurre il consumo di carburante e le emissioni di CO2.

Smart mobility: riduzione del traffico e degli incidenti

Sembra uno scenario futuro, ma tutto questo è possibile oggi grazie alle piattaforme e alle soluzioni digitali già presenti sul mercato. L’esperienza accumulata nei nostri progetti di smart mobility – come la gestione dei tunnel di Londra, dell’area metropolitana di Manila o delle strade spagnole, tra gli altri – dimostra che è possibile ottenere riduzioni fino a 30 minuti nei tempi di percorrenza in auto, 40% nei tempi di attesa e di trasferimento dei passeggeri in autobus, 30% nel tasso di frodi negli accessi al trasporto pubblico, 50% nei tempi medi di risposta agli incidenti e 18% nel numero di incidenti stradali, soprattutto ai semafori.

Inoltre, oggi sono già disponibili anche altre soluzioni innovative che possono contribuire a promuovere l’uso del trasporto pubblico e dei veicoli a basse emissioni. È il caso dei sistemi di rilevamento degli occupanti dei veicoli che identificano automaticamente, in tempo reale, in modo non intrusivo e con un’elevata affidabilità, il tipo di veicolo che guida sulla strada, così come gli occupanti.

Allo stesso modo, gli Stati Uniti stanno scommettendo su proposte di pedaggi e dynamic pricing che consentono di modificare le tariffe dei pedaggi nelle corsie express in base alla domanda di traffico. Questo sistema ha un grande potenziale per regolare l’accesso alle grandi città italiane in quanto, tra gli altri vantaggi, contribuisce a ridurre gli ingorghi e, di conseguenza, le emissioni.

L’automobile autonoma

L’integrazione del veicolo con l’infrastruttura e con gli utenti richiede naturalmente lo sviluppo del veicolo autonomo e connesso, nonché una pianificazione strategica coordinata con le altre modalità di trasporto attraverso i Piani di Mobilità Urbana Sostenibile (PGUS) che limitano l’aumento del traffico.

Per quanto riguarda il veicolo autonomo, è ancora in corso un dibattito sul modello di connettività più appropriato. Secondo la nostra esperienza, l’opzione migliore sarebbe quella di adottare una soluzione ibrida che garantisca una comunicazione continua, nella quale tutti i sistemi siano in grado di comunicare: le comunicazioni a corto raggio (ETSI ITS-G5) verrebbero utilizzate per situazioni specifiche, ad esempio in gallerie o in prossimità di incidenti, mentre le comunicazioni basate sulla tecnologia cellulare (4G, LTE e la futura rete 5G) genererebbero informazioni su tutta l’infrastruttura.

La tecnologia per avanzare verso questo nuovo modello è già a nostra disposizione. Con volontà e determinazione possiamo implementare nuovi modi di muoverci che consentano una migliore gestione del traffico, con costi inferiori e maggiore efficienza e sicurezza. Un nuovo modello di mobilità elettrica, connessa, collaborativa e autonoma che favorisca la multimodalità e garantisca lo scambio di dati per risolvere i problemi di congestione nelle aree urbane e ridurre l’impronta di carbonio.

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Isa Cano Tarruella
direttore Sviluppo Strategico Trasporti di Indra

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