Sicurezza delle forniture, sostenibilità e competitività: sono questi i tre pilastri del Piano Strategico 2022-26 presentato nei giorni scorsi da uno dei maggiori attori del settore energetico italiano, Snam. Come ha infatti dichiarato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam: “Nell’arco di piano 2022-2026 aumenteremo gli investimenti in maniera significativa rispetto al passato, al fine di rafforzare le nostre infrastrutture e contribuire alla maggiore sicurezza energetica del Paese per i prossimi anni e per l’orizzonte più lontano. In parallelo, continueremo a lavorare per un futuro carbon neutral, puntando sulle molecole verdi: idrogeno e biometano accompagneranno il nostro cammino verso la neutralità carbonica così come le iniziative per la decarbonizzazione dei consumi finali, e a loro abbiamo destinato un miliardo di euro al 2026”.
Infrastrutture gas più moderne e resilienti
Complessivamente il piano prevede investimenti totali per 10 miliardi di euro nel piano 2022-2026, con un incremento del 23% rispetto al piano 2021-2025 (8,1 miliardi di euro). Di questi, 9 miliardi di euro sono destinati all’infrastruttura del gas, che rimane il cuore dell’attività Snam, che nel 2022 è stata chiamata a ricalibrare il funzionamento delle proprie reti verso le importazioni da Sud, dopo il sostanziale addio alle forniture dalla Russia. Alla base deli investimenti c’è infatti l’assunto della necessità sviluppare l’infrastruttura del gas lungo tutta la catena del valore attraverso una maggiore flessibilità e un adeguato dimensionamento, in maniera da rafforzare la propria resilienza in tempi di crisi.
In particolare, ben 6,3 miliardi di euro sui 9 complessivi sono destinati al trasporto (rispetto a 5,4 miliardi del precedente piano), compresi gli investimenti relativi al potenziamento della Linea Adriatica e l’applicazione della nuova metodologia per la valutazione dello stato di salute degli asset per le sostituzioni di rete. Altri 1,3 miliardi di euro per l’ampliamento e il rinnovo dei siti di stoccaggio (rispetto a 1,2 miliardi del precedente piano). Ulteriori 1,4 miliardi di euro sono destinati al GNL, con un significativo aumento riconducibile all’acquisto dei due rigassificatori galleggianti (Piombino e Ravenna) e ai relativi investimenti infrastrutturali. Da non tralasciare che tali investimenti sono realizzati in un’ottica di “H2 asset readiness”: le infrastrutture dovranno essere pronte per accogliere l’idrogeno che sarà prodotto in misura crescente nei prossimi anni e utilizzato a fini energetici. Entro il 2026 ben 3,000 km della rete Snam saranno pronti a ospitare questa risorsa, in seguito alle opportune verifiche su stoccaggi, stazioni di compressione e sistema di misura. Sull’idrogeno, però, Snam Investirà anche direttamente: sono previsti 100 milioni di euro di investimenti con il supporto dei fondi del PNRR. Grazie alla partnership con De Nora è prevista la realizzazione di una Gigafactory per la produzione di elettrolizzatori in Italia, per la quale la Commissione Ue, nell’ambito del programma IPCEI Hy2Tech, ha autorizzato la concessione di un sostegno finanziario entro un massimale di 63 milioni di euro.
Gli investimenti nel biometano
Una quota minoritaria degli investimenti nel piano, circa 1 miliardo di euro, è invece destinata alla transizione energetica. In particolare, oltre la metà (550 milioni di euro) andranno al biometano, ritenuto il più avanzato tra i gas verdi. Snam prevede di arrivare a oltre 100 MW di impianti in esercizio entro il 2026 (con una produzione attesa pari a circa 200 milioni di metri cubi), più che raddoppiando circa 40 MW di impianti di biogas e biometano operativi a fine 2022.
Tra le tecnologie chiave per la decarbonizzazione, secondo Snam, c’è la CS (Carbon Capture and Storage), alla quale sono destinati circa 120 milioni di euro di investimenti nell’arco di piano. Il gruppo punta a sfruttare la sua esperienza trasporto e nello stoccaggio di molecole, grazie anche partecipazioni in aziende come la britannica Storegga con progetti di CCS nel Regno Unito e l’anglo-irlandese DCarbonX, specializzata nello stoccaggio di molecole per supportare la decarbonizzazione. Lo scorso mese di dicembre Snam ha sottoscritto un accordo con Eni per lanciare il primo progetto di CCS in Italia che prevede la cattura della CO2 dall’impianto Eni di Casalborsetti per essere iniettata in un giacimento esausto nel mare Adriatico, al largo di Ravenna.
Digitalizzazione ed efficienza energetica
L’impegno sul fronte dell’efficienza energetica e della generazione distribuita passa essenzialmente tramite Renovit (partecipata anche da Cassa Depositi e Prestiti, CDP), per cui previsti circa 200 milioni di investimenti nel periodo 2022-2026. Proseguiranno, inoltre, le azioni per ridurre le emissioni di metano (-43% nel 2022 rispetto al 2015, in linea con il piano e con gli obiettivi UNEP, United Nations Environment Programme) e e l’impegno sulle emissioni legate allo Scope 3. Resta molto importante poi il programma di digitalizzazione SnamTEC – di cui avevamo parlato diffusamente in questa intervista – a cui saranno destinati circa 450 milioni di euro di investimenti nell’arco di piano. Si tratta di un programma che raggruppa 52 progetti su 4 macroaree (sicurezza, resilienza degli asset, ottimizzazione dei processi e attività per migliorare la sostenibilità del business) e che consente di effettuare, tra le varie funzioni, un’attività di manutenzione predittiva e di ottimizzazione degli interventi, in modo da minimizzare i costi ed i tempi di fermo macchina, contribuendo alla sicurezza e continuità delle forniture. Per effetto di questi investimenti e delle dinamiche di mercato maggiori remunerazioni da quadro regolatorio, dal crescente apporto di incentivi “output based” e dai business della transizione energetica) le aspettative di Snam sono positive: in particolare la stima è di una crescita del 7% circa dell’EBITDA, rispetto al 4,5% del precedente piano 2021-2025.
Articolo originariamente pubblicato il 23 Gen 2023