Imprese e consumatori stanno affrontando un rincaro dei prezzi dei beni energetici di dimensioni piuttosto consistenti, come abbiamo già avuto modo di raccontare più volte su Energyup.Tech. Ma quali sono le dimensioni di questi rincari? Quando la situazione potrebbe tornare verso la normalità?
Da dove ha origine il Caro energia
Alcune preziose indicazioni arrivano da una recente memoria di Arera rilasciata alla Commissione Industria commercio turismo del Senato della Repubblica, che fa il punto sulla situazione. Come noto, la corsa di questi mesi è stata originata dal rialzo del prezzo del gas naturale (fonte con cui in Italia si produce anche circa il 50% dell’energia elettrica), che negli hub europei si è attestato su una media annua di 48 €/MWh, in netto rialzo circa 10 €/MWh nel 2020 (periodo fortemente influenzato dalla pandemia da COVID-19) e di 15 €/MWh nel 2019. Per spiegare questo boom dei prezzi del gas, Arera riprende le tesi della Commissione europea, secondo cui le cause possono essere individuate “nell’aumento della domanda mondiale di energia connesso alla ripresa post pandemica, nonché nello squilibrio tra domanda e offerta nel mercato globale del gas naturale – da cui dipendono circa un quarto dei consumi energetici europei – e infine nell’incremento del prezzo della CO2, raddoppiato nei primi 9 mesi del 2021 ed oggi pari a quasi tre volte i livelli di inizio 2021”.
Le conseguenze per il settore elettrico
Le conseguenze del caro gas sono state inevitabili per i mercati all’ingrosso dell’elettricità: il prezzo dell’energia elettrica nei principali mercati spot europei è aumentato di oltre il 200% nel 2021 rispetto al 2020 e di oltre il 100% rispetto al 2019. Spagna, Francia e Germania hanno registrato, nel 2021, prezzi medi pari, rispettivamente, a 111,93 €/MWh, 109,17 €/MWh e 96,85 €/MWh. In Italia le cifre sono state ulteriormente superiori: il prezzo spot dell’energia elettrica nel 2021 si è attestato a 125,46 €/MWh, con rialzi a tripla cifra rispetto ai 38,92 €/MWh del 2020 e ai 52,32 €/MWh nel 2019. A questi livelli record hanno contribuito anche le rinnovabili, ma in un senso del tutto opposto a quanto spesso riportato dai detrattori di queste fonti: piuttosto, il minore apporto della produzione elettrica da fonti pulite, che ha caratterizzato i mesi estivi del 2021 rispetto allo standard stagionale, ha contribuito al rialzo del prezzo dell’energia elettrica sui mercati all’ingrosso. I 125,46 euro per MWh rappresentano poi una media dell’intero anno: il picco è stato raggiunto il 22 dicembre 2021, con ben 184 €/MWh per il gas naturale e 438 €/MWh per l’energia elettrica. Numeri che si sono parzialmente ridimensionati a gennaio 2022, con valori che restano comunque eccezionali rispetto alla media storica (87 €/MWh per il gas naturale e 225 €/MWh per l’energia elettrica).
Il caro energia per consumatori e imprese
Inevitabilmente, questo boom dei prezzi all’ingrosso si è riflesso sulle bollette energetiche pagate dai consumatori finali, nonostante gli interventi decisi dal Governo: per il primo trimestre 2022 Arera registra un aumento anno su anno del 131% per il cliente domestico tipo di energia elettrica (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse). Tanto che il rincaro della materia prima ha ribaltato un tradizionale assunto della bolletta energetica italiana, che storicamente è stata composta per oltre la metà da oneri e tasse di varia natura. Nel primo trimestre 2022, invece, il peso della componente energia vale invece ormai l’80,8% della bolletta pagata dai consumatori, rispetto al 46% del primo trimestre 2021.
La grande domanda, che interessa energy manager aziendali e semplici cittadini, è naturalmente: quando i prezzi torneranno a livelli più sostenibili? La stima di Arera è che la situazione dovrebbe migliorare nel prossimo futuro, ma con estrema lentezza e con prezzi ancora decisamente elevati. Le quotazioni del gas naturale per il 2023 e 2024 vedono rispettivamente una discesa a valori intorno a 55 €/MWh nel 2023 e 39 €/MWh nel 2024. Analogamente, per l’energia elettrica è previsto un rientro verso i 150 €/MWh nel 2023 e i 113 €/MWh nel 2024.
Cosa si può fare contro il Caro energia
Nel frattempo qualcosa comunque potrebbe essere fatto per attutire gli impatti del caro energia: la relazione di Arera sprona il Parlamento a intervenire sugli stoccaggi, ma anche sullo studio di “meccanismi di opzione che, senza intervenire sulla formazione dei prezzi e le condizioni di mercato, proteggano il sistema da oscillazioni estreme dei prezzi”. In secondo luogo, potrebbero essere valutati meccanismi che “favoriscano, sempre in un’ottica concorrenziale, la conclusione di contratti di lungo periodo”.
Arera è poi molto critica sull’attuale meccanismo di incentivazione delle fonti rinnovabili, sostanzialmente pagato dagli oneri in bolletta di cittadini e imprese. “Si rende, quindi, necessaria ed urgente, come più volte rimarcato, una valutazione per rendere strutturale il finanziamento parziale degli oneri legati all’incentivazione delle fonti rinnovabili, ovvero sovvenzionare con partite economiche provenienti dalla fiscalità una quota rilevante e su base stabile dei fabbisogni dei conti della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA), a copertura dei costi cui tali conti sono preposti”, si può leggere nel documento.