Pochi settori sono chiamati ad affrontare una trasformazione strutturale come quello energetico: la necessità di aumentare il peso delle fonti rinnovabili all’interno del mix di generazione, l’evoluzione delle reti in senso smart, la progressiva liberalizzazione dei mercati, l’interconnessione delle reti su scala continentale, la lotta alla povertà energetica e il maggior utilizzo del digitale sono soltanto alcune delle sfide a cui gli operatori sono chiamate a rispondere nel prossimo futuro. Non a caso, si parla spesso di Smart Energy: un paradigma che, che bisogna ricordarlo, non è solamente imposto dalle esigenze di business ma anche da precisi obblighi normativi, che spingono in particolare per una decarbonizzazione del settore: tra questi l’accordo di Parigi sul clima e gli obiettivi europei in materia di energia e ambiente, per il momento impostati con vista 2030. È evidente che per diventare davvero smart il settore energetico è chiamato a un forte impegno sull’innovazione tecnologica. Si tratta, cioè, di trovare soluzioni che consentano alle fonti esistenti di lavorare in maniera più efficiente, migliorare il rendimento di quelle che sono allo stadio sperimentale, ma anche di individuare metodi per distribuire meglio l’energia e permetterne un utilizzo più evoluto e consapevole da parte dei consumatori finali. L’importanza dell’innovazione è dettagliata nel Piano nazionale integrato per l’energia e clima (Pniec), che stabilisce le modalità con cui l’Italia raggiungerà i suoi obiettivi europei per il 2030.
L’innovazione nell’energia secondo il Pniec
Secondo quanto si può leggere nel documento, la trasformazione tecnologica è chiamata a giocare un ruolo chiave. In particolare nel prossimo decennio occorrerà ”accompagnare l’evoluzione del sistema energetico con attività di ricerca e innovazione che, in coerenza con gli orientamenti europei, sviluppino soluzioni idonee a promuovere la sostenibilità, la sicurezza, la continuità e l’economicità di forniture basate in modo crescente su energia rinnovabile in tutti i settori d’uso e favoriscano il riorientamento del sistema produttivo verso processi e prodotti a basso impatto di emissioni di carbonio che trovino opportunità anche nella domanda indotta da altre misure di sostegno”. In particolare, per quanto riguarda le tecnologie innovative su cui dovranno essere indirizzati gli sforzi, nel Pniec si fa riferimento allo sviluppo di componenti e sistemi per il fotovoltaico ad alta efficienza, alle smart grid e ai sistemi di accumulo, compresi i power to gas finalizzati in particolare allo storage. Un altro ambito di azione è lo sviluppo di componenti e materiali per migliorare la sicurezza e la resilienza delle reti elettriche e per l’incremento delle prestazioni energetiche e ambientali degli edifici, oltre che al miglioramento dell’efficienza energetica di prodotti e processi industriali.
Più in prospettiva, si guarda all’energia del mare (moto ondoso, maree e correnti) e ai materiali innovativi per l’energia. L’avvento del paradigma della Smart energy imporrà poi una grande attenzione al tema della sicurezza informatica, dove si aprono grandi spazi e opportunità per attori nuovi o innovativi, ma anche al rischio di portarsi in casa pericolosissime vulnerabilità. Pertanto, il Pniec evidenzia come nei prossimi anni si dovrà affrontare il tema dell’innovazione delle infrastrutture energetiche in una prospettiva di lungo termine “attraverso attività di modellistica e simulazione, attività sperimentale per la verifica delle misure di sicurezza preventive e reattive utilizzate nei sistemi di comunicazione del settore elettrico”.
La necessità di fare sistema
Ovviamente, per ottenere questi risultati, vista la necessità di investimenti ampi, il Pniec raccomanda l’avvio di “alleanze larghe e di dimensione europee e anche extra-europee, che mettano insieme tutti i soggetti interessati (istituzioni, università e centri di ricerca, imprese) per supportare le attività di R&S nel settore e facilitare l’introduzione nel mercato delle nuove tecnologie”. Saranno necessarie modifiche al quadro normativo e regolatorio, con lo scopo di abbattere le barriere d’ingresso al mercato e sostenere l’attrazione di finanziamenti e il ritorno degli investimenti. In questo senso, occorre “migliorare e ottimizzare le sinergie nel triangolo Università, Enti di ricerca, Imprese, operando una distinzione tra la ricerca pubblica di lungo periodo e quella industriale innovativa più rispondente alle esigenze di politica industriale nazionale, caratterizzate da TRL (Technology Readiness Level) diversi”.
La Call4startup di Enercom
Proprio al tema Smart energy è dedicata la seconda edizione del progetto innovation2live, una speciale call4startup promossa dal Gruppo Enercom che si propone di individuare soluzioni che possano essere immediatamente trasferibili al mercato. Così da servire meglio i clienti, procedere verso la sempre maggiore sostenibilità nel mondo dell’Energy, per migliorare la vita delle persone, le città, l’ambiente, il clima. In particolare, la seconda edizione della Call4Startup ’ di innovation2live è dedicata alla ricerca di progetti e società innovative in ambito Produzione di Energia da fonti rinnovabili, Efficientamento Energetico, Smart Home e Smart Building. La Call4Startup innovation2live si è aperta lo scorso 28 aprile, ma sarà possibile presentare i propri progetti fino al 30 giugno 2020: per ottenere ulteriori informazioni ed effettuare le iscrizioni occorre andare su questa pagina.