Quattro azioni fondamentali per fermare il cambiamento climatico, molte delle quali sono direttamente collegate al settore energetico. Queste alcune indicazioni che arrivano da un recente documento della IEA, che mette innanzitutto in evidenza come le emissioni globali di CO2 legate all’energia siano aumentate dello 0,9% nel 2022, raggiungendo il massimo storico di 36,8 miliardi di tonnellate (Gt). Poco è cambiato per le emissioni di CO2 legate all’uso del suolo sono rimaste stabili a circa 6 Gt nel 2022. Anche le emissioni di metano (altro pericoloso gas climalterante ) legate all’energia sono aumentate nel 2022, ma sono rimaste al di sotto dei livelli record del 2019.
Dati che evidenziano come il contenimento del riscaldamento a 1,5 °C nel 2100, a sua volta correlato a un rapido decremento delle emissioni, sia complicata. Eppure non manca qualche elemento di ottimismo: la diminuzione dei costi delle tecnologie energetiche pulite e le nuove politiche seguite alla crisi energetica globale hanno ridotto di circa 1°C la stima di crescita del riscaldamento previsto per il 2100 rispetto allo scenario di riferimento pre-Parigi. Se attuate in tempo e nella loro interezza, le promesse nette a zero dei Paesi sarebbero sufficienti per contenere il riscaldamento a circa 1,7 °C nel 2100.
Le quattro azioni fondamentali
La domanda chiave è quindi cosa bisogna di rafforzare l’azione a breve termine per portare il mondo su un percorso credibile e coerente con l’obiettivo di 1,5 °C. Quattro sono i pilastri fondamentali:
- Nel settore energetico, la decarbonizzazione dell’elettricità, l’accelerazione dell’efficienza energetica e l’elettrificazione sono gli strumenti fondamentali. L’aggiunta di capacità di energie rinnovabili deve triplicare rispetto ai livelli del 2022 entro il 2030, raggiungendo circa 1.200 GW all’anno, Le vendite di auto elettriche dovrebbero raggiungere una di mercato di circa il 60% entro il 2030, mentre gli autocarri medi e pesanti a zero emissioni dovrebbero raggiungere una quota di mercato di circa il 35% entro lo stesso anno.
- Ridurre la deforestazione a zero entro il 2030, in linea con la Dichiarazione dei Leader di Glasgow sulle foreste e l’uso del suolo (Glasgow Leaders’ Declaration on Forests and Land Use).
- Affrontare le emissioni non CO2 è fondamentale per limitare il picco di riscaldamento. Rispettare gli impegni presi in tal senso a livello internazionale potrebbe fare la differenza tra uno scenario che supera in modo sostanziale gli 1,5 °C, rischiando di innescare punti di svolta climatici irreversibili, e uno che non lo fa.
- Saranno comunque necessari sistemi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio e la rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera per mitigare e compensare le emissioni residue difficilmente abbattibili. Secondo la Iea è necessario realizzare progetti per la cattura di circa 1,2 Gt di CO2 entro il 2030, contro i circa 0,3 Gt di CO2 attualmente previsti per il 2030.
Ovviamente, un percorso credibile verso l’obiettivo di 1,5 °C richiede un’azione forte e immediata su ciascuno di questi quattro pilastri per ottenere riduzioni immediate e rapide delle emissioni, in particolare di quelli avanzati e di quelli più importanti.
Articolo originariamente pubblicato il 20 Apr 2023