In che modo il settore dell’acciaio può ridurre il suo consistente impatto ambientale sull’ecosistema? Una strada obbligata, senza dubbio, è quella di prestare una particolare attenzione ai consumi energetici, investendo nell’efficientamento dei propri processi interni e promuovendo l’adozione delle fonti pulite. Questa è senza dubbio la strada che sta perseguendo un’azienda che nel nostro Paese ha poco bisogno di particolari presentazioni: parliamo del Gruppo Marcegaglia, impresa industriale di proprietà dell’omonima famiglia mantovana, attivo nella trasformazione dell’acciaio fin dal 1959, e diventato uno dei leader di settore a livello europeo. Oggi questa realtà processa più di 6 milioni di tonnellate l’anno di acciaio, con 28 stabilimenti produttivi, più di 6.500 dipendenti e un fatturato che nel 2021 dovrebbe attestarsi sui 7,5 miliardi di euro, un livello mai toccato prima dal Gruppo.
Un’attività energivora
Come racconta a EnergyUP.Tech Francesco Bragagni, Energy Manager di Gruppo Marcegaglia, il punto di partenza di ogni discussione intorno all’energia è che la trasformazione a freddo dell’acciaio costituisce un processo intrinsecamente energivoro. “Siamo degli importanti consumatori di energia elettrica, ma anche di gas metano, dal momento che abbiamo diverse lavorazioni onerose da un punto di vista termico. Più precisamente, l’elettricità e il gas pesano entrambi rispettivamente per il 50% a livello di consumi (riferimento consumo in TEP). Con un peso complessivo della bolletta energetica pari a circa il 7-8% dei nostri costi industriali”. Date queste condizioni, il Gruppo Marcegaglia è da anni impegnato in un processo continuo di miglioramento energetico dei processi produttivi e dei sistemi ausiliari di supporto agli impianti di lavorazione. In particolare, un passaggio importante in tal senso è stato il percorso – concluso nel 2017 – che ha portato il Gruppo a dotarsi della certificazione energetica ISO 5001. Sono stati così individuati i processi necessari per migliorare le prestazioni energetiche, compresa l’efficienza, l’utilizzo e il consumo di energia e sono stati individuati dei piani d’azione tenendo conto dei requisiti legali e normativi. Una certificazione che, in definitiva, ha fornito un ulteriore impulso al Gruppo Marcegaglia per implementare una gestione degli stabilimenti più efficiente.
Le iniziative di efficientamento
Nel corso degli anni le iniziative messe in campo sono state diverse: tra queste, ad esempio, l’installazione di una caldaia per il recupero dei fumi provenienti da un forno di impianto di zincatura dello stabilimento di Ravenna. In questo caso, viene impiegato il calore derivante dal processo di combustione per produrre vapore, con conseguente risparmio di gas naturale per la produzione dello stesso, stimabile in circa 1 milione e 300.000 cubi annui, con mancate emissioni relative. Altri progetti hanno riguardato l’installazione e la gestione di sistemi di controllo delle aspirazioni e delle ventilazioni dei principali equipment di impianto, nonché l’analisi delle reti di aria compressa di alcuni stabilimenti con eliminazione delle perdite e riduzione degli sprechi gestionali. Non è mancata la sostituzione di corpi illuminanti tradizionali con nuovi a tecnologia LED, così come l’ottimizzazione della coibentazione di piping per fluidi caldi e il miglioramento dei materiali refrattari di forni di combustione per evitare la dispersione di energia termica. Sono poi in corso di approfondimento ulteriori interventi di efficientamento per il futuro, quali l’applicazione di carriponte dotati di sistemi di recupero energia in frenatura e l’elettrificazione di alcuni processi termici, nonché un progetto di recupero di energia elettrica dall’espansione del gas metano in arrivo dalla rete nazionale.
Fonti pulite e mappatura degli stabilimenti
Senza dimenticare le fonti pulite: “Già da una decina di anni il Gruppo ha investito sulle rinnovabili. In alcuni stabilimenti abbiamo installato degli impianti fotovoltaici per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia elettrica. Al momento contiamo su una capacità di circa 3,3 MWp che ci ha consentito in tutti questi anni una produzione pulita di circa 29 GWh. Siamo ora in una fase di analisi per la costruzione di ulteriori impianti solari in alcuni nostri siti che sono stati recentemente oggetto di ampliamento”.
Ovviamente, per mettere in atto tali strategie di efficientamento sono necessari dei dati di partenza, che a loro volta possono essere ricavati ed elaborati grazie alle moderne tecnologie digitali: “È indubbio che in una realtà come la nostra la digitalizzazione svolga un ruolo fondamentale: abbiamo in essere un importante progetto nello stabilimento di Ravenna che sta portando alla realizzazione di un modello matematico di gestione dei forni di combustione, che acquisirà e porterà in autoregolazione alcuni sistemi, così da guadagnare nuovi spazi di efficientamento. Più in generale, siamo sempre più coinvolti nella mappatura di dettaglio degli stabilimenti, che a sua volta necessita inevitabilmente della digitalizzazione dei sistemi. Tale mappatura è fondamentale per l’efficienza energetica, in particolare per individuare le possibili aree di intervento. Fortunatamente i nostri impianti industriali sono moderni, predisposti cioè a delle logiche di controllo, gestione e reportistica”, evidenzia l’Energy Manager.
Il progetto sulla cogenerazione
In particolare, questa conoscenza dei dati ha permesso a Gruppo Marcegaglia di avviare un progetto che dovrebbe completarsi nei primi mesi del 2022. Nei due principali stabilimenti energivori di Marcegaglia Steel S.p.A., ovvero Ravenna e Gazoldo degli Ippoliti, sono infatti in fase di installazione due impianti di cogenerazione. In particolare, l’impianto che verrà realizzato a Ravenna prevede l’installazione di tre motori per una potenza elettrica installata di circa 35 MWe (per complessivi 69,5 MWt); a Gazoldo degli Ippoliti è invece prevista l’installazione di due motori per una potenza elettrica di circa 21,5 MWe (per complessivi 42 MWt). L’energia termica prodotta verrà poi distribuita sotto forma di vapore e acqua calda, che saranno utilizzati per riscaldare i fluidi di processo necessari ai vari impianti di trasformazione dell’acciaio (trattamenti con acido, pulitura, asciugatura, etc).
Gli investimenti per il futuro: l’acciaio green
L’attenzione di Gruppo Marcegaglia all’efficientamento energetico appare insomma crescente: “Sicuramente il perimetro di discussione in ambito energia si è allargato rispetto ad alcuni anni fa. Le tematiche che girano intorno a questo tema sono tante e c’è dunque la necessità di essere costantemente aggiornati e preparati. È d’altronde innegabile che su progetti importanti di decarbonizzazione i percorsi sono tutt’altro che lineari, con tempistiche che difficilmente si rivelano brevi, anche per la presenza di ostacoli di tipo normativo e regolatorio. In ogni caso rispetto a un po’ di anni fa la sensibilità del Gruppo rispetto alle tematiche energetiche è cresciuta, anche per merito dell’adozione della certificazione ISO 5001. Oggi possiamo contare su un maggiore coinvolgimento interno, tanto che spesso arrivano al mio tavolo delle proposte di ottimizzazione da parte di altre aree aziendali. Quest’anno abbiamo anche deciso, pur non essendo soggetti per cui è obbligatorio, di realizzare il nostro primo bilancio di sostenibilità, dove abbiamo indicato, tra l’altro, anche un preciso obiettivo di efficienza nel breve termine: vogliamo ridurre la nostra intensità energetica di circa il 2% entro il 2022. Ma, ovviamente, guardiamo anche al lungo termine”, spiega Bragagni. Ad esempio, puntando concretamente sull’acciaio green: Gruppo Marcegaglia è l’unico player italiano, insieme a Exor, che investirà nell’impianto per la produzione di acciaio a “emissioni zero”, alimentato cioè solo con idrogeno verde, che sarà realizzato dalla società siderurgica svedese H2 Green Steel (H2GS), nella cittadina di Boden (Svezia). Il Gruppo Marcegaglia, in particolare, comparteciperà all’iniziativa non solo come partner finanziario, ma anche in qualità di partner industriale strategico sia in ambito produttivo che commerciale.