Buone notizie dal fronte delle energie rinnovabili: ogni 10 kilowattora di energia prodotti in Italia, 3 sono “verdi”. Il nostro Paese ha superato gli obiettivi europei al 2020 in materia di consumi energetici coperti da rinnovabili. Nel suo rapporto annuale, il GSE (Gestore Servizi Energetici) evidenzia che, nel 2018, il 18,1 per cento del fabbisogno energico totale e il 34,4 per cento dei consumi di energia elettrica sono stati soddisfatti tramite fonti rinnovabili di energia (FER).
Nonostante gli incentivi statali siano in calo (13,4 miliardi di euro rispetto ai 14,2 miliardi di euro del 2017 per via del termine del periodo incentivante di impianti ex-CV e Cip6), la potenza istallata è cresciuta a 54,4 gigawatt (1 GW in più rispetto al 2017), gli impianti sono 800mila e hanno generato 114,7 terawattora di energia elettrica. Complessivamente, la produzione da fonti rinnovabili in Italia è aumentata di 11 TWh rispetto al 2017. A trainare questa crescita è soprattutto il comparto idroelettrico.
Questo trend positivo è stato decisamente confermato nel corso del 2019. Secondo l’Osservatorio Fer dell’Anie Rinnovabili, associazione della federazione Anie (industria elettrica, elettronica ed elettrotecnica), da gennaio a luglio è quasi raddoppiata (rispetto allo stesso periodo del 2018) la realizzazione di nuove centrali alimentate da fonti rinnovabili. Parlando di cifre, le nuove istallazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico producono complessivamente circa 727 megawatt, con una crescita che fa segnare +86 per cento.
Potenza installata degli impianti di produzione elettrica alimentati da FER (Fonte: elaborazioni GSE su dati Terna e GSE)
Il fotovoltaico cresce grazie alle detrazioni fiscali
Nel mese di luglio 2019 le istallazioni fotovoltaiche hanno raggiunto un totale di circa 287 megawatt (+30 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018). Le unità di produzione connesse hanno fatto registrare +24 per cento, principalmente in virtù delle detrazioni fiscali per i contribuenti.
L’andamento in crescita si registra un po’ in tutta Italia; le regioni che fanno registrare un incremento maggiore sono Basilicata, Campania, Marche, Sardegna e Trentino Alto Adige. A essere preferiti sono i piccoli impianti, di tipo “residenziale” (pannelli da tetto, tettoia o capannone fino alla potenza di 20 kilowatt), che costituiscono il 54 per cento della nuova potenza istallata nel 2019. Fra gli impianti di dimensioni industriali c’è da segnalare quello da 4,7 megawatt avviato in provincia di Cagliari.
Per l’eolico è quasi un record
L’eolico va… con il vento in poppa, si potrebbe dire con un gioco di parole. Nel mese di luglio 2019, con 111,7 megawatt istallati, la capacità produttiva è arrivata a 412 megawatt, ben +226 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018. Da evidenziare il fatto che cresce la potenza ma diminuisce il numero di pale eloiche (-64 per cento), in quanto con le nuove tecnologie si riescono a costruire impianti maggiormente efficienti.
Si sta ponendo, quindi, la questione del cosiddetto “repowering”, ovvero la necessità di sostituire gli impianti costruiti 10 o 20 anni fa (vecchi, piccoli e poco potenti) con pale eoliche di nuova generazione.
I primi sette mesi del 2019 hanno fatto registrare una frenata del comparto idroelettrico, calato del 34 per cento rispetto al 2018, anche il mese di luglio ha fatto registrare una inversione di marcia (crescita di 5,7 megawatt aggiuntivi). Crescono anche le bioenergie, come ad esempio il biometano: da gennaio a luglio 2019 sono stati costruiti impianti per 16 megawatt.
Distribuzione % del numero degli impianti per fonte rinnovabile, secondo classe di potenza
Luci e ombre dello scenario italiano
Tempi d’oro, quindi, per le energie rinnovabili in Italia? Non proprio. Gli esperti si preoccupano per il -8 per cento dell’indice Enea ISPRED, con il quale si valuta l’andamento del sistema energetico nazionale in base a tre elementi-chiave: sicurezza energetica, prezzi, emissioni di anidride carbonica. Non bisogna sottovalutare il peggioramento degli indicatori, dicono gli esperti, per evitare il rischio che l’Italia non riesca a raggiungere l’obiettivo del 30 per cento di rinnovabili al 2030, e conseguentemente il target di riduzione delle emissioni.
Secondo l’Irex Annual Report, a cura di Althesys, sulle tendenze e le strategie del comparto rinnovabili, i costi di eolico e fotovoltaico continuano a scendere in tutta Europa, ma non in Italia, dove restano elevati (61,5 euro per megawattora, quasi il doppio rispetto ad esempio ai Paesi Bassi), a causa dei maggiori oneri del sistema economico e normativo.
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, le buone notizie per l’ambiente non mancano: nel 2018 le attività condotte dal Gestore dei Servizi Energetici hanno consentito di risparmiare 45 milioni di tonnellate di anidride carbonica (quasi 117 milioni di barili equivalenti di petrolio), attivando investimenti nel settore green per circa 2,6 miliardi di euro.
Un altro segnale di ottimismo proviene dal decreto FER 1, del governo Conte I, che incentivando l’uso di rinnovabili permetterà di migliorare l’efficienza energetica e rimanere in linea con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030 a breve e a medio termine.