Nelle scorse settimane non erano mancati i segnali di un raffreddamento da parte di diversi paesi nei confronti della Corporate Sustainability Due Diligence Directive. La discussione della Direttiva era stata stralciata dalla riunione degli ambasciatori dei membri UE per il timore che non avesse sufficiente consenso. In questo nuovo passaggio quel timore è diventato realtà e la CSDDD non ha raggiunto la maggioranza qualificata del Consiglio UE.
Supply Chain Act da tempo in discussione
La direttiva sulla dovuta diligenza in materia di sostenibilità (Corporate Sustainability Due Diligence Directive, CSDDD) che punta ad introdurre una responsabilità delle imprese nella violazione dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente e dei diritti umani, anche nell’ambito delle proprie catene di fornitura è stata sottoposta alla valutazione degli ambasciatori dei 27 al Comitato permanente dei rappresentanti presso l’Unione europea (COREPER) e non è stata approvata.
Salta l’approvazione in Consiglio UE alla CSDDD
In occasione dell’incontro del 28 febbraio sono emerse tutte le perplessità e le resistenze di diversi paesi anche e soprattutto in merito alla complessità di applicazione della CSDDD o CS3D per le aziende, per le difficoltà burocratiche e per il tema, emerso anche per altre misure come il CBAM, che rischia di porre l’industria europea in una situazione di maggior difficoltà rispetto ad imprese che operano in paesi e mercati con un ordinamento più permissivo.