“Lucart in passato ha sicuramente anticipato i tempi nel campo della sostenibilità. Ad esempio quando ha presentato, era il 1997-1998, la prima carta igienica in carta riciclata con imballaggio in mater bì e con certificazione Ecolabel, la prima in assoluto in Italia. All’epoca praticamente inventammo la categoria delle carte igieniche ‘ecologiche’ e fummo seguiti a ruota da tutte le principali catene di distribuzione italiane. Oggi, più che anticipare, cerchiamo di ascoltare le richieste del mercato e dei consumatori. Sono diventati tutti più consapevoli e, quindi, esigenti in termini di sostenibilità. E sanno premiare i progetti innovativi che dimostrano una vera scelta di campo come il nostro progetto EcoNatural”. A parlare è Michele Noera, che da inizio dicembre ha assunto il ruolo di Sustainability and Energy Transition Manager di Lucart, multinazionale europea del settore cartario a cui fanno capo brand come Tenderly, Grazie Naturale e Tutto Pannocarta.
Michele, ci racconta la sua storia professionale e come è approdato in Lucart?
Dopo aver terminato gli studi di Ingegneria meccanica a indirizzo Macchine e Sistemi energetici, ho frequentato un master in Thermal Power Generation in UK e, richiamato in Italia, ho iniziato il mio percorso professionale in Enel cominciando a sviluppare sistemi finalizzati alla generazione energetica distribuita applicata all’ambito industriale e commerciale.
Ho proseguito in una multiutility sviluppando servizi energetici e, dopo un’esperienza finalizzata alla realizzazione di un impianto per la valorizzazione energetica dei rifiuti, ho assunto il ruolo di energy manager per un primario gruppo agroalimentare. Qui ho implementato soluzioni di autoproduzione energetica da fonte rinnovabile e fossile, ho sviluppato sistemi di gestione energetica secondo gli standard Iso 50001, ho implementato impianti di valorizzazione energetica degli scarti di processo, ho allargato l’ambito di presidio alla sfera ambientale acquisendo responsabilità in termini di risorse umane e assumendo infine la responsabilità di tutta la Corporate social responsability di Gruppo in ottica di sviluppo sostenibile sull’intera catena del valore.
Il Gruppo Lucart, forte della propria consapevolezza in ottica di sviluppo sostenibile sull’intera filiera, ricercava una figura di “sintesi” che potesse riportare a sistema l’enorme sforzo fin qui profuso in termini di Csr in ottica prospettica.
In termini di strategie, quali sono gli obiettivi di Lucart sui tre assi della sostenibilità?
Molto è stato fatto da Lucart nei 3 ambiti della CSR a partire dagli imballaggi, dalla gestione dei rifiuti, dalla gestione della risorsa idrica ed energetica oltre alla sicurezza sul lavoro e le materie prime: obiettivi che sono riportati fedelmente all’interno del nostro report di sostenibilità, giunto alla diciottesima edizione, e puntualmente monitorati.
In un’ottica di continuo miglioramento Lucart sta inoltre implementando ulteriori obiettivi che rispondano a specifici framework riconosciuti a livello globale che possano quindi rilevare come il proprio approccio allo sviluppo sostenibile sia sostanziale. Lucart ha quindi aderito alla Science Based Target Initiative che valida obiettivi sfidanti in ottica di decarbonizzazione e sta intraprendendo un percorso teso alla Business Social Compliance Initiative che parimenti “certifica” la gestione degli ambiti ESG (in particolare Social) non solo all’interno del perimetro di Gruppo ma lungo tutta la catena del valore.
Come nasce e come si è sviluppata nel tempo l’attenzione di Lucart ai temi della sostenibilità?
Proprio il 2023 ha segnato un traguardo storico per l’azienda Lucart che ha festeggiato i 70 anni dalla propria nascita: azienda familiare, nata su un territorio che ancor oggi rappresenta la propria spina dorsale e che ha permesso di mantenere una cultura del rapporto nei confronti delle proprie risorse umane, esportata oltre confine nell’evoluzione della società a Multinazionale Europea.
Ciò che per Lucart è nato come un nuovo modello di business nell’utilizzo della carta da riciclo in sostituzione della cellulosa vergine ormai decadi fa, si è tradotto in questi anni in una leva strategica fondamentale in termini di sviluppo sostenibile per cui l‘approccio circolare su cui Lucart ha fondato la propria stessa esistenza oggi si traduce in un tratto distintivo dell’azienda nel panorama di mercato e in ottica di strategia ambientale del Gruppo.
Come è organizzato il suo team, quali sono i ruoli e le mansioni chiave?
Ricopro il ruolo di Sustainability & Energy Transition Manager per cui il mio ufficio ha in onere la gestione specifica della transizione energetica del Gruppo in termini di decarbonizzazione oltre ad aiutare trasversalmente tutte le funzioni aziendali a implementare piani di miglioramento specifici per gli ambiti a loro riconducibili secondo i criteri ESG.
Ne consegue che l’ufficio opera quale fornitore di Servizio nei confronti delle varie funzioni aziendali che saranno plausibilmente strutturate con risorse specifiche finalizzate alla gestione diretta delle tematiche ESG all’interno delle stesse. L’ufficio Sostenibilità Corporate è in fase di strutturazione e ad oggi può contare su due figure che, seppur giovani e di alto potenziale, già esprimono competenza approfondita nell’ambito dell’efficienza energetica e dei sistemi di gestione ISO 50001 la prima e l’ambito CSR e la gestione di compliance ESG la seconda.
Che metodo avete scelto per misurare le performance e quali sono i vostri standard di riferimento?
Ad oggi il Report di sostenibilità è stato redatto su base volontaria e gli standard a cui abbiamo fatto riferimento nella rendicontazione ESG sono gli standard GRI: stiamo monitorando l’evoluzione della normativa che ci vedrà soggetti obbligati in termini di Corporate Social Responsibility Directive per cui con l’utilizzo derivante degli standard European Sustainability Reporting Standards in fase oggi di definizione.
Ci racconta un’iniziativa specifica in corso di realizzazione o in programma che ritiene particolarmente significativa?
Siamo gli unici nel nostro settore a poter riciclare i cartoni per bevande recuperando tutti i materiali che li compongono, sia le fibre utilizzate per produrre le nostre carte igieniche, sia il polietilene e l’alluminio che vengono utilizzati per produrre i pallet in plastica riciclata usati dalla grande distribuzione. Con questo progetto dal 2013 abbiamo recuperato più di 9 miliardi di cartoni per bevande ed evitato l’immissione in atmosfera di più di 239.500 tonnellate di CO2: un risultato straordinario.