Il Parlamento europeo ha approvato un ritardo di due anni nell’adozione degli standard di rendicontazione della sostenibilità (o European Sustainability Reporting Standards, ESRS) specifici per settore e per le aziende esterne all’Unione, chiedendo però che questi vengano pubblicati non appena saranno pronti.
Si tratta di una delle proposte incluse nel programma di lavoro della Commissione 2024 per ridurre del 25% gli oneri amministrativi legati agli obblighi di rendicontazione che modifica le scadenze previste dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD).
Gli standard di rendicontazione della sostenibilità specifici per settore hanno l’obiettivo di chiarire esattamente come le aziende di determinati comparti debbano rendere noto il loro impatto sulle persone e sul pianeta, anche per quanto riguarda la decarbonizzazione, la biodiversità o i diritti umani, poiché i metodi e gli impatti variano a seconda del settore.
Facilitare le imprese Ue ed extra Ue
La proposta della Commissione, cui gli europarlamentari hanno dato il loro via libera, mira a razionalizzare gli obblighi di rendicontazione per le imprese posticipando di due anni, fino a giugno 2026, il termine per l’adozione degli standard di rendicontazione della sostenibilità specifici per settore. Termine che consente alle aziende di concentrarsi sull’attuazione della prima serie di ESRS generali adottati il 31 luglio 2023 che si applicano a tutte indipendentemente dal settore economico.
Inoltre, dal momento che gli obblighi di rendicontazione per le imprese extra-UE con un fatturato superiore a 150 milioni di euro e per le loro filiali nell’UE con un fatturato superiore a 40 milioni di euro inizieranno ad essere applicati solo nel 2028, la proposta prevede di ritardare l’adozione degli standard generali di rendicontazione della sostenibilità anche per le imprese dei Paesi terzi fino al 2026.
Pubblicare gli standard in otto settori non appena pronti
Tuttavia, gli eurodeputati ritengono che gli standard di sostenibilità specifici per settore consentano di confrontare le imprese e siano quindi una preziosa fonte di informazioni per gli investitori. Per questo motivo, pur essendo d’accordo con il rinvio, suggeriscono alla Commissione di pubblicare otto standard di rendicontazione settoriali non appena saranno pronti prima della scadenza. Vogliono inoltre migliorare la trasparenza e la flessibilità del processo e chiedono alla Commissione di collaborare con il Parlamento.