Per dare nuovo slancio al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile il pianeta dovrebbe affidarsi alla scienza. E’ questo l’appello lanciato dal Rapporto globale sullo sviluppo sostenibile 2023 delle Nazioni Unite, “Tempi di crisi, tempi di cambiamento: la scienza per accelerare le trasformazioni lo sviluppo sostenibile”.
“Il report – sottolinea Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu, commentando il lavoro frutto dell’impegno di un gruppo di scienziati indipendenti – contribuisce a gettare nuova luce sui processi e le pratiche di trasformazione che possono aiutare il mondo a passare dall’impegno all’azione, dalla dichiarazione alla realizzazione”.
Questo lavoro arriva a poche settimane di distanza dal Sesto Rapporto di Valutazione (AR6) dell’Ipcc, che punta sull’interdipendenza e l’interconnessione tra effetti del clima, crisi della biodiversità, salute degli ecosistemi ambientali, sociali ed economici, evidenziando l’urgenza di una trasformazione energetica ed economica e la necessità di far crescere e diffondere la cultura e l’educazione ai cambiamenti climatici.
L’appello a università, istituzioni e finanza
I dati dimostrano – questo l’allarme lanciato dal report – che nei sette anni che ci separano dal 2030 non sarà possibile raggiungere i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, mentre rimane il dubbio che l’obiettivo sia raggiungibile anche nel 2050 se si proseguirà con il passo attuale. Per accelerare sono necessarie trasformazioni strategiche, che coinvolgano l’intera società, e a livello globale, senza lasciare indietro Paesi, società o persone. In questa prospettiva la scienza può ritagliarsi un ruolo centrale, promuovendo con una nuova carica di innovazione lo sviluppo sostenibile e aiutando a identificare e scartare le strategie meno utili o addirittura dannose.
Da queste considerazioni scaturisce l’appello lanciato attraverso il report a università, istituzioni e organizzazioni che finanziano la ricerca, perché si intensifichino gli sforzi e gli investimenti ponendosi come obiettivo l’Agenda 2030, mantenendo la massima attenzione su ciò che è possibile fare per far tenere il passo al Sud del mondo. Alla scienza si chiede di essere trasparente, inclusiva e transdisciplinare, per includere tutti i possibili player in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi.
Puntare sulle interconnessioni degli obiettivi
Per recuperare il tempo perduto, secondo la tesi che scaturisce dal report, sarà fondamentale puntare sulle interconnessioni tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile, arrivando a elaborare politiche che evitino, ad esempio, l’aumento delle emissioni di carbonio in un Paese a causa della produzione di beni consumati in un altro.
La chiave di volta del ragionamento è che investire nella riduzione della povertà, nella salute, nell’istruzione, nell’uguaglianza di genere, nell’acqua e nei servizi igienici, nell’energia pulita e nei partenariati è utile a creare sinergie che possono dare risultati importanti.
“Ad esempio – spiega il report – è dimostrato che gli investimenti nel fotovoltaico non solo sostengono direttamente l’accesso all’energia pulita e a prezzi accessibili, ma sostengono anche indirettamente i progressi nel campo dell’istruzione, consentendo agli studenti di dedicare più tempo allo studio grazie all’accesso a una luce di migliore qualità e riducendo l’inquinamento atmosferico interno”.
Ovviamente la ricerca di queste sinergie non è un processo che vale allo stesso modo per tutti i territori, e per questo la ricerca delle strategie migliori dovrà essere declinata a livello locale.
Investire sugli interventi più promettenti
Tra tutti gli interventi possibili per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, alcuni possono avere effetti sistemici, come ad esempio quelli che intervengono sui sistemi alimentari sostenibili, il benessere umano o la decarbonizzazione dell’energia: su questi sarà importante puntare – questa la tesi del report – per accelerare nella roadmap.
Scienziati, rappresentanti delle istituzioni, settore privato e società civile sono chiamati a collaborare verso questo obiettivo, potenziando l’alfabetizzazione scientifica, ripristinando la fiducia nei dati e nelle prove scientifiche e aumentando gli investimenti nelle aree della direzione strategica e della previsione.
Il report invita inoltre a creare un quadro di trasformazione degli SDGs per un’azione accelerata entro il 2024, che riunisca l’azione locale e la cooperazione internazionale, riflettendo contesti, esigenze, aspirazioni e capacità. Infine, gli scienziati esortano i Paesi a sviluppare piani nazionali per un’azione coordinata sugli SDGs con i governi locali, le imprese e le associazioni industriali e gli investitori istituzionali, anche dando vita a partenariati tra tutte le componenti della società.