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Biodiversità e finanza: ESMA alza il livello di attenzione sui rischi per l’economia e per gli investimenti

Nell’ultimo “risk monitor” l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati affronta il tema degli investimenti legati ai temi della protezione della biodiversità

Pubblicato il 01 Set 2023

Fonte: ESMA TRV Risk Monitor N.2, 2023

Non è certamente un caso se a poca distanza dall’approvazione della legge sul ripristino della natura (luglio 2023) l’ESMA, ovvero lAutorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati abbia scelto di alzare il livello di attenzione sugli strumenti finanziari indirizzati espressamente ai temi della protezione delle risorse naturali e della biodiversità. Il rischio che si possano aprire nuovi spazi per il green washing ha indotto l’European Securities and market Authority a dedicare una specifica sezione denominata “Biodiversity: the next frontier in ESG investing” all’interno del Report on Trends, Risks and Vulnerabilities, No. 2, 2023 – pp.33. (il TRV Report ESMA è accessibile in forma integrale QUI n.d.r.).

Il passaggio dall’ESG alla biodiversità

La scelta dell’ESMA di sottolineare che la biodiversità sta in qualche modo rappresentando una sorta di “nuova frontiera” negli investimenti ESG fa espressamente riferimento al fatto che siamo di fronte a una nuova fase in termini di attenzione e struttura degli investimenti ESG: da una attenzione diretta ai temi climatici e di contrasto al climate change  si sta osservando una crescita di attenzione ai temi della biodiversità, ai fattori che governano la protezione degli ecosistemi naturali.

Il TRV ESMA richiama i risultati di un rapporto del 2022, dell’NGFS, Network for Greening the Financial System nel quale viene dimostrato come un aumento dei fattori che portano a compromettere gli equilibri naturali e in particolare, che impoveriscono la biodiversità rappresentano un rischio sempre più diretto e importante anche per la stabilità finanziaria e per le imprese del mondo finance.

L’ESMA, in qualità di authority indipendente UE focalizzata sulla protezione degli investitori e sulla promozione dei mercati finanziari osserva in questo report l’importanza di disporre di di strumenti per una corretta comprensione e valutazione di questi rischi. Strumenti che dovrebbero comprendere anche metriche che consentano una misurazione e una precisa identificazione dei livelli di esposizione a questi rischi.

Biodiversità: rischi fisici e rischi di transizione

La necessità di lavorare a strumenti adeguati è appunto legata alla necessità di monitorare in modo più puntuale e preciso i rischi che stanno già emergendo in termini generali. La perdita di biodiversità, viene indicato nel report, presenta rischi economici e finanziari che possono essere suddivisi in rischi fisici e in rischi di transizione. Si tratta poi di rischi che interagiscono con altri rischi ambientali, a partire soprattutto dai rischi legati al cambiamento climatico.

Il primo livello di impatto per i rischi di perdita della biodiversità riguardano l’economia globale, la produttività di determinati settori, la loro maggiore esposizione ad altri rischi (es. vulnerabilità nelle catene di fornitura) e si tratta di rischi che possono trasmettersi al sistema finanziario, ad esempio, come viene espressamente indicato, attraverso un impatto sulla redditività delle imprese e come deterioramento degli attivi. Un altro esempio che viene evidenziato e che è sempre più legato a fatti di cronaca riguarda la ridotta disponibilità di acqua dolce che impatta sui processi produttivi di tanti e diversi settori.

A questi rischi si aggiungono quelli legati agli effetti di contagio con altre dimensioni dell’economia reale che possono amplificare l’impatto complessivo di questi fattori sulle imprese e sui consumi. La necessità di una migliore comprensione dei rischi finanziari che accompagnano la perdita di biodiversità rappresenta un fattore chiave per migliorare la valutazione delle interconnessioni tra i rischi ambientali e la stabilità finanziaria.

Biodiversità come investimento

L’attenzione verso i temi della biodiversità si concretizza anche in chiave “propositiva” ovvero come topic di riferimento per gli investimenti. Nel momento in cui il mercato avverte la necessità di proteggersi contro i rischi di perdita di biodiversità, le imprese che scelgono di impegnarsi contro questi rischi rappresentano una opportunità, per la natura ovviamente, ma anche come prospettiva di investimento.

Un meccanismo valido nel momento in cui le imprese sono effettivamente e realmente impegnate in queste operazioni e nel momento in cui il mercato dispone di strumenti per misurare l’efficacia di queste attività e della loro sostenibilità. A cui diversamente al rischio di perdita di biodiversità si deve collegare un rischio di greenwashing.

Biodiversità come investimento dunque e come una forma di investimento sostenibile che ha primariamente bisogno di dati condivisibili e comparabili. Un tema questo che merita di essere messo in stretta relazione con le previsioni e gli scenari sul climate change che arrivano dal report IPCC AR6.

La biodiversità, come noto, attiene ad una enorme molteplicità di organismi naturali ed è oggettivamente difficile disporre di unità di misura adeguate per rappresentare questa ricchezza. Nello stesso tempo, gli effetti dei cambiamenti che caratterizzano la biodiversità dipendono in modo molto importante da fattori specifici, come il settore in cui opera un’azienda e come la sua posizione geografica.

Alcune tipologie di imprese sono naturalmente più esposte di altre in funzione di questi e altri parametri. Il primo riferimento relativamente all’impatto della perdita di biodiversità riguarda la relazione con le attività produttive, ma c’è un impatto importante, spesso più difficile da comprendere e misurare che riguarda gli effetti sulla domanda, sul cambiamento nelle esigenze dei consumatori, e nell’efficacia di determinati prodotti o servizi nel momento in cui sono collocati e utilizzati in un contesto soggetto a una trasformazione rilevante in termini di biodiversità.

Il ruolo del Framework Globale sulla Biodiversità di Kunming

In questo senso non mancano in assoluto i punti di riferimento. Il report richiama il ruolo del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework adottato durante la COP 15 dopo un processo di consultazione e negoziazione di quattro anni (QUI il testo integrale del Framework n.d.r.). Il Framework supporta il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e traccia un percorso per creare le condizioni tali da proteggere la biodiversità e costruire uno sviluppo in reale armonia con la natura entro il 2050.

L’implementazione del Biodiversity Framework prevede un pacchetto con un quadro di monitoraggio, un meccanismo per la pianificazione, le risorse finanziarie necessarie per l’implementazione, le procedure e i progetti per lo sviluppo delle competenze e per la cooperazione tecnica e scientifica, oltre a un importante accordo sulle informazioni di sequenza digitale sulle risorse genetiche.

Biodiversità e settore finanziario: priorità agli strumenti per misurare e controllare

A fronte di un obiettivo strategico di ripristinare e preservare la biodiversità entro il 2030 il settore finanziario è identificato come uno dei settori a rischio in relazione agli effetti della perdita di biodiversità ma al contempo, come un settore determinante per contribuire a individuare le risorse necessarie per proteggere la natura.

ESMA osserva che da parte degli investitori è in corso un crescente interesse verso gli investimenti che hanno come riferimento aziende impegnate direttamente o indirettamente in progetti di biodiversità e conseguentemente, si rileva una crescita nel numero di prodotti finanziari espressamente legati a questi temi.

Il report sottolinea anche che al momento le dimensioni di questo mercato sono ancora ridotte, con un volume che arriva a 870 milioni di euro di patrimonio gestito a giugno 2023, ma proprio in ragione della crescente attenzione verso l’importanza della biodiversità si stanno creando le condizioni per un rapido aumento nel numero e nelle dimensioni dei prodotti finanziari legati alla biodiversità.

Una crescita che per ESMA può garantire performance affidabili solo nel momento in cui si risponde alla domanda di standard e di KPI di riferimento per permettere ad ogni investitore una corretta valutazione delle prospettive e dei rischi. Un tema questo che presenta un impatto, al momento indiretto anche sui temi legati alla rendicontazione di sostenibilità e all’applicazione della CSRD.

Su ESG Smart Data una selezione e una sintesi delle ricerche e delle analisi sul ruolo e sulle prospettive della sostenibilità per le imprese e per le pubbliche amministrazioni.

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