In un contesto caratterizzato da una forte crescita dei costi dell’energia, l’Italia ha dimostrato una maggiore attenzione all’efficienza energetica. Anche se gli investimenti verso le soluzioni più innovative, probabilmente, sono stati inferiori rispetto a quanto ci si sarebbe potuto attendere.
Questa la principale conclusione dell’Energy Efficiency Report 2023 redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, che mette in evidenza innanzitutto i dati positivi del 2022: rispetto al 2021, già in crescita sul 2020, si registra un +19% di investimenti in ambito civile, saliti a 10,6 miliardi di euro, di cui però solo un quarto è stato destinato alle moderne soluzioni di building automation. In effetti gli italiani hanno puntato soprattutto sulle caldaie a condensazione e al fotovoltaico, le cui installazioni sono state favorite dai vari bonus edilizi e che vanno nella direzione di produrre energia pulita, ma non di razionalizzarla.
Nel comparto industriale l’aumento degli investimenti è stato di quasi il 14% (2,2 miliardi di euro investiti in totale), in linea con il triennio 2016-2019, anche in questo caso puntando soprattutto su impianti di cogenerazione e fotovoltaico e per una quota più modesta, ma in crescita (+22,3%), per soluzioni digitali come sistemi di sensoristica e piattaforme di gestione dei dati, indispensabili per monitorare e ridurre i consumi.
Secondo il Polimi è soprattutto in questa direzione che si deve andare, dal momento che le soluzioni digitali e intelligenti rappresentano la vera chiave di volta per monitorare i consumi e ridurli, in un contesto internazionale in cui l’Italia sta perdendo un po’ di velocità in termini di efficientamento.
Perchè serve la digitalizzazione
“È di certo necessaria un’accelerazione sia per centrare gli attuali obiettivi di riduzione dei consumi al 2030 contenuti nel PNIEC, tra l’altro in adeguamento, sia per rientrare nei target di efficientamento più ambiziosi che l’Unione Europea si sta dando – commenta Federico Frattini, vicedirettore dell’Energy&Strategy -, focalizzati soprattutto sul miglioramento delle prestazioni energetiche e sulla decarbonizzazione in ambito edilizio al 2050: si tratta di obiettivi uniformi a livello comunitario che potrebbero rappresentare una criticità per l’Italia se non adeguatamente sostenuti da politiche chiare e stabili, in linea con le specificità del patrimonio immobiliare nazionale”. Non va dimenticato infatti che il 65% dei consumi da immobili in Italia riguarda gli edifici a uso abitativo o per uffici, in media piuttosto vecchi e privi di adeguate infrastrutture digitali.
“La decarbonizzazione dell’edilizia – continua Frattini – deve passare attraverso un approccio multi-tecnologico fatto di elettrificazione, efficienza, fonti energetiche green e gestione intelligente dell’energia. Pompe di calore e sistemi BEMS (Building Energy Management Systems) rappresentano elementi fondamentali in questa transizione.
Non si può prescindere dalla componente digitale, da soluzioni smart in grado di offrire, tramite l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale e machine learning, diagnosi, analisi dei dati e predizioni che non solo ottimizzino l’uso dell’energia, ma contribuiscano al benessere degli occupanti. Sia negli gli edifici civili che in quelli industriali: secondo un’indagine che abbiamo condotto, infatti, nei prossimi 5 anni questo tipo di soluzioni passerà dall’attuale 11% al 27% del totale degli investimenti delle imprese, e in ambito residenziale dall’8% al 16%. Per favorire questa trasformazione vanno mantenuti gli incentivi, che però devono essere in qualche caso corretti, razionalizzati (ce ne sono troppi e in conflitto) e resi stabili, come si auspicano gli operatori del settore”.
Investimenti attesi in crescita
Per quanto riguarda il futuro, secondo una survey condotta dall’Energy & Strategy, la percentuale di italiani pronta a investire nell’efficienza è destinata a salire al 59% nei prossimi 5 anni, trainata principalmente dai benefici economici derivati dalla riduzione dei consumi. In particolare, gli impianti fotovoltaici verranno più che raddoppiati e i sistemi di accumulo e di solare termico più che triplicati, mentre calerà il tasso di adozione dei sistemi di illuminazione efficiente (-18%) e delle caldaie a condensazione (-17%).