Sostenibile, trusted e inclusiva.
Sono queste le caratteristiche sulle quali Microsoft ha posto chiaro l’accento nel corso della presentazione della nuova Cloud Region che aprirà a breve le porte a partner e clienti e che rappresenta, di fatto, uno degli elementi chiave del programma Ambizione Italia, lanciato nella primavera di tre anni, con l’obiettivo di sostenere l’innovazione nel nostro sistema Paese.
Una Cloud Region, come sottolinea Matteo Mille, Marketing and Operations Lead Microsoft Italia, presenta già all’apertura il confidential computing, vale a dire un insieme di soluzioni che consentono di mettere in sicurezza i dati mentre sono in uso grazie a un trusted execution environment nel quale vengono eseguiti i processi.
Energia rinnovabile, riduzione degli sprechi idrici, riuso dei server
“Questo significa che la Cloud Region Italy North rispetta fin da subito i requisiti sulla sovranità del dato. Abbiamo lavorato per garantire sicurezza, trust, sostenibilità e innovazione. Siamo in grado di gestire il dato in tutte le fasi in cui viene acceduto, in qualunque processo, nel rispetto di tutte le normative nazionali. Il Cloud Azure è di fatto l’unica piattaforma cloud creata da un security provider, che ogni giorno analizza milioni e milioni di segnali per prevenire qualsiasi minaccia o potenziale disguido sulla gestione della propria infrastruttura. Ma soprattutto abbiamo messo la sostenibilità e l’inclusività al centro del nostro sviluppo”.
Nello specifico, per quanto riguarda la nuova Cloud Region, che si aggiunge alle 60 già realizzate in tutto il mondo, Microsoft si impegna a utilizzare il 100% di energia rinnovabile entro il 2025, a ridurre lo spreco di acqua del 95% entro il prossimo anno e garantisce un riutilizzo di server pari al 90%, sempre entro il prossimo anno.
Proprio in relazione allo spreco idrico, Mille precisa: “per la nuova Region ci attestiamo su 0,023 l/kwh: un valore bassissimo”.
L’impatto della Cloud Region di Microsoft per il sistema Paese
Ma è l’amministratore delegato di Microsoft Italia, Vincenzo Esposito, che dà la misura dell’impatto che l’apertura della Cloud Region potrebbe avere per il nostro sistema Paese.
“La nuova Cloud Region si inserisce nel quadro del programma Ambizione Italia, annunciato nel 2020. Un piano quinquennale per il quale Microsoft ha deciso di investire 1,5 miliardi di dollari in cinque anni per migliorare le competenze digitali degli italiani, con programmi di formazione che hanno coinvolto oltre tre milioni di persone, per aumentare il livello di digitalizzazione delle PMI, grazie al contributo fattivo della nostra rete di partner, per migliorare efficienza energetica e sostenibilità in tutte le iniziative di innovazione, per garantire alla Pubblica Amministrazione la massima sicurezza e tutela dei dati e soprattutto per utilizzare la tecnologia come abilitatore di scenari migliori per tutti”.
Ecco dunque la Region Cloud italiana, al momento la più grande tra quelle europee, “pensata per le aziende italiane e per le aziende globali che vogliono investire in Italia, un catalizzatore di investimenti e innovazione nel Paese, vicina alle esigenze del Made in Italy, sviluppata secondo criteri di sicurezza, sostenibilità e risparmio energetico”.
Una Region che, secondo una valutazione fatta da IDC, attirerà 10,5 miliardi di investimenti entro il 2027 e creerà 40.700 posti di lavoro nel solo comparto IT.
Su scala più ampia, Ralph Haupter, presidente di Microsoft EMEA, sottolinea come nello stesso arco di tempo Microsoft, i suoi partner e i clienti cloud genereranno 135,7 miliardi di nuovi ricavi. Nuove revenue, il 17,1% dei quali ad appannaggio della nuova region.
La Cloud Region a supporto della transizione verde e blu
La nuova Cloud Region rappresenta dunque un vero e proprio pilastro a sostegno dei percorsi di innovazione digitale e green cui tutti puntano e di cui il nostro Paese ha oggi più che mai bisogno, come ha sottolineato, sempre nel corso della presentazione Andrea Rangone, Full Professor Politecnico di Milano e Presidente di Digital360.
I nostri scarsi investimenti in innovazione ICT e la nostra posizione non certo lusinghiera nella valutazione Desi, ha sottolineato Rangone, rappresentano uno svantaggio economico e produttivo per il Paese nei confronti dei suoi omologhi europei.
La pandemia ha portato alla luce la nostra debolezza e ha rappresentato una sorta di “elettroshock culturale che ci ha portato, grazie anche al PNRR, a mettere al centro delle nostre priorità la transizione digitale e quella verde in parallelo”.
E la transizione digitale non può che essere inclusiva e democratica, arrivando a coinvolgere quelle fasce di popolazione con ridotte abilità. “Una opportunità che non possiamo permetterci di perdere”.