Crescere del 125% è un eccellente risultato, ma non basta se purtroppo per quanto importante resta una crescita lontana dagli obiettivi. L’installazione di impianti per la generazione di energia da fonti rinnovabili ha visto l’arrivo nel corso del 2022 di 3 GW rispetto al 2021, un risultato che è purtroppo ben al di sotto della media di 10 GW che il nostro paese dovrebbe raggiungere ogni anno in termini di capacità produttiva da Fonti Energie Rinnovabili (FER). Con il risultato del 2022, costituito da 526 GW di eolico e 2,5 GW di fotovoltaico, la capacità produttiva installata ha raggiunto i 63,6 GW. In assenza di una significativa accelerazione nelle installazioni il risultato dei 125-150 GW previsti per il 2030 appare irraggiungibile.
La mancata crescita nelle rinnovabili si riflette in una mancata riduzione nelle emissioni di CO2
Un rischio questo che ha un impatto diretto sul piano di riduzione delle emissioni di CO2 relative al delicatissimo comparto dell’energia. I target di riduzione imposti dal Fit for 55 prevedono una riduzione ben superiore ai 30 MtCO2 che dovrebbero collocarsi tra i 39 e i 51 MtCO2 e senza l’installazione di impianti per l’energia rinnovabile non è prevedibile che possano essere rispettati.
Il Fit for 55 è il pacchetto di misure proposto dalla Commissione Europea nell’estate del 2021 per ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell’area UE del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per garantire il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica dell’UE entro il 2050. Fit for 55 ha al proprio interno una serie di misure sia sul piano legislativo sia su quello politico, destinate a incentivare l’efficienza energetica, l’adozione di rinnovabili, lo sviluppo di una mobilità sostenibile, la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in vari settori.
Le evidenze del Rapporto sulle energie rinnovabili 2023 dell’Energy & Strategy
Gli scenari che si prospettano, grazie alla ricerca del Rapporto sulle energie rinnovabili 2023 (RER) realizzato dall’Energy & Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, vedono il nostro paese in affanno. Nel caso in cui si considerano gli obiettivi del Piano per la Transizione Energetica PTE che punta a 63 GW di nuove installazioni entro il 2030 o nel caso in cui si dovesse prendere in considerazione gli obiettivi di Elettricità Futura allineato al Piano RePowerEU che parlano invece di 82 GW siamo lontani o lontanissimi dagli obiettivi, si rischia, come paese di non cogliere una grande opportunità di sviluppo che si concretizzerebbe in investimenti tra i 43 e i 68 miliardi di euro con la creazione di nuovi posti di lavoro in un numero variabile tra 310.000 e i 410.000 unità.
Lo scenario relativo al Piano per la Transizione Energetica
Lo scenario relativo a Elettricità Futura
Il doppio “problema” delle rinnovabili: crescita lenta e dimensioni ridotte
La fotografia del nostro paese, osservata attraverso la geografia delle rinnovabili mostra una potenza totale installata da fotovoltaico superiore ai 25 GW complessivi con 295.000 nuovi impianti per 2,5 GW arrivati appunto nel 2022 con la realizzazione di installazioni di piccole dimensioni, spesso inferiori a 20 KW per una media di 6 KW. Impianti arrivati prevalentemente nelle regioni del Nord Italia, grazie alla spinta del Superbonus 110%.
Se si guarda a installazione più “strutturali” si nota la mancanza di grandi impianti, vale a dire strutture che permettano di avvicinarsi agli obiettivi di 10 GW/anno, sono solo sei quelli che superano i 10 MW. Il contributo dell’eolico a sua volta arriva complessivamente a 12 GW complessivi e una crescita sul 2021 limitata a 0,5 GW costituita da 208 impianti tra Sicilia e Puglia, con una media in termini di capacità produttiva di 2,5 MW.
La produzione di energia rinnovabile si muove lentamente mentre i consumi elettrici stanno invece correndo. La spinta all’elettrificazione che caratterizza (non solo) il nostro paese sta crescendo a ritmi decisamente sostenuti con un tasso di sviluppo che è destinato a portare a una crescita del 126% del fabbisogno elettrico entro il 2050.
Gli strumenti di mercato che possono aiutare nella diffusione delle rinnovabili
La dinamica del mercato è oggi particolarmente significativa anche in termini di strumenti che possono abilitare lo sviluppo delle rinnovabili. La capacità produttiva da Fonti Energie Rinnovabili (FER) nel periodo 2019 – 2022 ha visto l’installazione di 33 GW in Europa grazie all’utilizzo di contratti basati sul modello Power Purchase Agreement o PPA. Questo strumento consente alle imprese di sviluppare e attuare un business plan più “sicuro” in ragione di una impostazione che prevede una generazione prestabilita dei ricavi nell’ambito di un orizzonte temporale a sua volta prestabilito con una formula che aumenta l’interesse per i consumatori che possono aloro volta stabilizzare i costi energetici con una pianificazione di medio-lungo periodo.
Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy ha sottolineato che se si continua con questo passo nel 2030 l’Italia sarà ben lontana dagli obiettivi del Fit for 55. La produzione da rinnovabili non è nella condizione di raggiungere i target del 65% e si assesterà al 34%. Una distanza ancora più incolmabile se si guarda all'”asticella” in termini di obiettivi del REPowerEU che vorrebbe una quota di rinnovabili all’84%. Senza i grandi impianti sarà molto difficile recuperare questo ritardo che è a sua volta aggravato dai risultati relativi alle aste, dalle quali emerge un quadro molto preoccupante. Per gli impianti di grande taglia, la saturazione del contingente non ha mai superato il 30% negli ultimi 4 bandi e risultano non ancora assegnati qualcosa come 1.412 MW.
A sua volta l’incertezza normativa resta un ostacolo. Chiaroni al riguardo ha osservato che un freno alle installazioni di rinnovabili è da individuare nell’inefficienza delle aste FER e nella complessità degli iter autorizzativi che allontanano la velocità normativa italiana da quella europea. Un ritardo che si traduce in un backlog complessivo di richieste che supera i 300 GW.
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