Nel 2023 prende il via la fase di implementazione dei progetti per la digitalizzazione degli enti locali finanziati nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una opportunità a cui le amministrazioni hanno risposto con grande proattività: circa il 98% dei comuni ha ottenuto almeno un finanziamento nelle diverse misure attivate da PA Digitale 2026, per poco meno di 1,9 miliardi di euro di risorse assegnate.
Ora inizia la sfida dell’attuazione, rispetto a cui i Comuni capoluogo italiani arrivano mediamente ben preparati: 32 città capoluogo (su 110 totali) mostrano un alto livello di maturità digitale e altre 52 medio-alto; quelli in ritardo rappresentano ormai una minoranza (23 medio-bassa e 3 bassa) evidenziando un buon livello di digitalizzazione rispetto agli standard definiti dal PNRR.
Protagoniste sono soprattutto città di medie dimensioni. Tra i 32 Comuni di alto livello digitale, 13 hanno una popolazione compresa tra i 100mila e i 250mila abitanti, 8 tra 50mila e 100mila abitanti. A queste si aggiungono 7 grandi città con più di 250mila abitanti e 4 piccole (meno di 50mila abitanti). Inoltre, si sta progressivamente accorciando il tradizionale divario Nord-Sud: nelle 32 città in fascia alta compaiono solo due realtà del Mezzogiorno (a fronte di 21 settentrionali e 9 del Centro), ma quelle del Sud sono la maggioranza relativa nella fascia medio-alta (22 su 52).
È la fotografia scattata dalla quinta edizione dell’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo, realizzata da FPA, società del gruppo Digital360, per Deda Next, realtà impegnata nell’accompagnare la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e delle aziende di pubblico servizio, presentata a FORUM PA 2023.
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L’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo
Visti i traguardi posti dal PNRR, che ha innalzato gli obiettivi di innovazione per le amministrazioni, l’edizione 2023 dell’Indagine è stata condotta aggiornando gli indicatori ed introducendo standard più elevati di misurazione della maturità digitale dei Comuni così da offrire un quadro dei percorsi di evoluzione dei Comuni Capoluogo realmente conforme al mutato scenario di contesto.
La ricerca, giunta alla quinta edizione, offre in questo modo un’affidabile analisi aggiornata all’aprile 2023 dello stato di avanzamento delle principali amministrazioni comunali italiane negli obiettivi di digitalizzazione individuati dalle strategie nazionali, secondo il modello Ca.Re. (Cambiamento Realizzato) di Deda Next, frutto di una rielaborazione del DESI (Digital Economy & Society Index) rispetto agli obiettivi definiti dalla strategia nazionale sulla PA digitale (Agenda Digitale italiana, Strategia per la Crescita Digitale, Piano triennale per l’ICT, la M1C1 del PNRR) e di una sua contestualizzazione a livello locale.
Il risultato è una classificazione dello stato di maturità digitale delle 110 amministrazioni capoluogo in base al loro posizionamento rispetto a tre dimensioni strategiche: l’offerta online di servizi (Digital public services), l’integrazione dei sistemi comunali con le piattaforme nazionali (Digital PA) e l’attivazione di strumenti di trasparenza, informazione e interazione digitale (Digital Openness).
La prontezza digitale dei Comuni apre la strada all’implementazione del PNRR
Fabio Meloni, il CEO di Deda Next, osserva che nella precedente edizione dell’indagine, il quadro era quello di un percorso di digitalizzazione dei Comuni appena iniziato, mentre ci si affacciava a tutte le incertezze legate ai finanziamenti del PNRR. Oggi, grazie a questa nuova e dettagliata edizione aggiornata in linea con gli obiettivi del PNRR, si può affermare che l’impatto del Piano sulla digitalizzazione è evidente. La Pubblica Amministrazione locale ha ottenuto buoni risultati nel completamento delle misure in conformità con i parametri di valutazione del PNRR e nella pianificazione digitale.
Adesso, è il momento di una seconda e cruciale fase: l’attuazione. Le amministrazioni e i partner privati che hanno investito in soluzioni e competenze per affiancare l’esecuzione dei progetti, devono essere fortemente concentrati. Sebbene la scadenza per l’attuazione sia il 2026, va considerata come una base su cui sviluppare costantemente nuovi servizi nei prossimi decenni. Un’amministrazione completamente digitale, continua Meloni, trasforma la relazione tra PA e imprese e tra PA e cittadini.
Questo implica processi più agili e autorizzazioni più rapide ed efficienti. Una nuova generazione di servizi digitali che segua questo modello avrà un impatto notevolmente positivo sulla società e sull’economia. “Gli elementi necessari per garantire il successo e rendere la digitalizzazione un fattore chiave per l’intero Piano e le sue conseguenze ci sono, e siamo convinti che i Comuni proseguiranno nella loro rapida trasformazione” conclude Meloni.
La digitalizzazione non è più esclusiva delle grandi realtà del centro-nord
Come sottolinea Gianni Dominici, Direttore Generale di FPA “La situazione positiva che emerge dall’indagine sulla maturità digitale dei Comuni rappresenta un’ottima base di partenza per il percorso di attuazione delle misure PNRR”. In particolare, è evidente come il primato della digitalizzazione non sia ormai più esclusiva delle grandi realtà del centro-nord, ma anche delle virtuose città del Sud e delle “piccole capitali” che da anni si contraddistinguono sul fronte dell’innovazione.
Grazie all’implementazione dei progetti di digitalizzazione del PNRR, sarà possibile ridurre definitivamente i gap tra le diverse realtà territoriali, e favorire sempre più l’inclusione digitale dei cittadini. Questo, però, richiede un deciso cambio di passo nella capacità di gestione e realizzazione di progetti complessi, per evitare il rischio di disperdere l’ingente mole di risorse e di sprecare un’occasione unica per ridisegnare in chiave digitale le amministrazioni comunali.
Comuni italiani pronti a fare un balzo in avanti con il PNRR
I tassi di adesione maggiori si registrano soprattutto nella migrazione in cloud, con oltre 691 milioni di euro attributi a un totale di 7.355 Comuni (il 93,1%), e nel miglioramento dei servizi digitali, con oltre 774 milioni assegnati a 6.596 Comuni (83,5%). Se si guarda ai soli capoluoghi, tutti i 110 hanno ottenuto un finanziamento per la migrazione in cloud, 103 per il miglioramento dell’esperienza del cittadino.
Il 70,8% dei Comuni italiani ha ottenuto un finanziamento per completare l’adozione di SPID e CIE, il 65% per l’onboarding dei servizi sull’app IO e il 54,5% per l’integrazione dei propri servizi di pagamento su pagoPA, il 63,3% per l’adesione alla nuova Piattaforma notifiche digitali, il 51,2% per lo sviluppo di API sulla PDND.
La grande “ricettività” mostrata dai Comuni italiani rispetto alle opportunità del PNRR è la condizione ottimale per un deciso balzo in avanti verso i livelli di maturità digitale più elevati dell’Indice Ca.Re per la quasi totalità delle diverse realtà territoriali.
Lo stato di maturità digitale dei comuni capoluogo
L’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo ha rivelato un quadro interessante. Le città capoluogo si sono dimostrate discrete nell’offerta di servizi digitali, con una media di 11,6 servizi disponibili digitalmente su 26 considerati per ogni Comune. Tra questi, i servizi per l’istruzione, come l’iscrizione alla mensa scolastica, sono risultati essere i più accessibili online, presenti in 102 Comuni su 110. Al contrario, le richieste relative a matrimoni e sepolture sono fruibili digitalmente solo in 15 città.
Si osserva, inoltre, un incremento generale nell’adozione di piattaforme abilitanti. Tutti i Comuni capoluogo hanno introdotto l’autenticazione tramite SPID e 74 su 110 hanno integrato l’accesso tramite “Entra con CIE”. Le transazioni registrate attraverso pagoPA hanno raggiunto i 46,1 milioni di euro complessivamente per i 110 Comuni capoluogo, registrando un aumento del 68,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Inoltre, il numero di servizi erogati sull’app IO è salito da 1.555 a 1.987, rappresentando un incremento del 27,8%.
I social media continuano a svolgere un ruolo chiave nella comunicazione dei Comuni capoluogo. Facebook rimane il canale di comunicazione più diffuso, presente in 105 Città su 110, seguito da YouTube (100), Instagram (93) e Twitter (90). Tuttavia, LinkedIn (52) e Telegram (36) sono meno diffusi e hanno registrato una riduzione della loro presenza rispetto all’anno precedente, a causa della disattivazione di numerosi canali non utilizzati.
Per quanto riguarda gli Open Data, 71 Comuni capoluogo offrono dati in formato aperto sui propri portali o sulle piattaforme regionali dedicate, con oltre 16.600 dataset pubblicati, rappresentando un incremento del +5,2%. Tra questi, 47 città alimentano il catalogo nazionale dati.gov.it direttamente o tramite le Regioni, mentre 14 Comuni hanno federato il proprio catalogo con il portale nazionale, raggiungendo elevati livelli di conformità.
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