Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i 9,8 miliardi di persone. La domanda di cibo è in continua crescita ma il sistema alimentare è già sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici e del mutato contesto economico e sociale. E se da un lato occorre rimodellare le filiere in chiave sostenibile, dall’altro manca una definizione univoca del termine “sostenibilità” e dei criteri per misurarla. In questo contesto, DNV – ente indipendente che fornisce servizi di assurance, certificazione e verifica in tutto il mondo – ha presentato il white paper “The Integrated ESG Approach. Driving the future of Sustainable Food Systems”, che propone una prospettiva olistica e con criteri misurabili, passando da una valutazione parziale a una omnicomprensiva dei temi ESG, a tutto vantaggio del pianeta e di quelle aziende che riuscirebbero così a consolidare la propria reputazione, a corroborare la fiducia dei consumatori e attirare capitali da investitori sempre più attenti alla sostenibilità. L’approccio integrato include la valutazione di tutti gli aspetti ambientali, sociali e di governance e anche le loro reciproche interconnessioni nel sistema di riferimento, sia esso un prodotto, un’azienda o una catena di valore.
Nicola Rondoni, Head of Section and Director del programma “Sustainable Food Systems and Supply Chains” di DNV spiega “Fino ad ora le aziende hanno incontrato difficoltà a mettersi d’accordo sulla definizione stessa di sostenibilità: il quadro normativo è frammentato e nonostante la successione di diversi convegni, dichiarazioni e regolamenti nel corso degli anni, è mancato un punto di riferimento in grado di indicare la strada maestra. La conseguenza è stato un approccio parziale alle tematiche ESG, concentrato sull’aspetto ambientale, spesso ridotto alla valutazione della Carbon Footprint, e che trascura le sfere sociali e di governance”.
Gli indicatori per misurare i parametri ESG per la Food Sustainability
I cambiamenti nelle preferenze dei consumatori, nelle normative e nelle strategie di investimento richiedono nuove pratiche sostenibili da parte delle organizzazioni. L’approccio integrato ESG sviluppato da DNV aiuta le aziende ad affrontare queste trasformazioni, a misurare le performance di sostenibilità, ad attrarre nuovi capitali e a soddisfare le aspettative degli stakeholder.
“Non si può pretendere – prosegue Rondoni – di affrontare un tema complesso come la sostenibilità con un singolo indicatore. Serve un approccio ampio che consideri tutte le dimensioni ESG e come si interrelano tra loro. Per una reale strategia sostenibile bisogna definire i trade off attraverso la validazione di molteplici indicatori”.
DNV propone tre tipologie di indicatori per misurare i progressi ESG che vanno a comporre una piramide. Alla base ci sono i “minimi”: denominatori trasversali a più settori e categorie legati alle grandi sfide globali. Ne sono possibili esempi: l’uso dell’energia, il rispetto dei diritti umani, il risk management o le politiche Diversity & Inclusion. In pratica, si può tradurre in quello che è il rispetto tanto agognato delle aziende delle esigenze dettate dalla normativa legata alla rendicontazione, ma l’approccio va oltre.
Man mano che si entra del dettaglio di una singola Industry, come per esempio quella alimentare, entrano in gioco altri indicatori “specifici per il settore” come possono essere, in ambito ambientale (E), l’uso del suolo, la perdita di biodiversità, la gestione dei packaging e dei rifiuti; in ambito sociale (S) l’approvvigionamento responsabile, la sicurezza alimentare e l’equa remunerazione; in ambito governance (G) l’instabilità geopolitica, il coinvolgimento degli stakeholder o la gestione dei richiami di prodotto. In questo caso, si cerca di fornire un valore aggiunto che va oltre alla mera conformità legislativa.
La somma degli “indicatori minimi” e degli indicatori “specifici di settore” fornisce già una valutazione sulla sostenibilità di un’azienda. Ma si può andare oltre, e per una valutazione più accurata della sostenibilità di una specifica categoria di prodotto, l’approccio deve essere arricchito con gli “indicatori raccomandati”. Nell’ambito della filiera ortofrutticola troveremo, per esempio, in ambito ambientale l’uso responsabile delle risorse idriche, nell’ambito sociale la sicurezza occupazionale e il benessere dei lavoratori, in ambito Governance i progetti di sviluppo per l’imprenditoria rurale.
Food sustainability: i vantaggi di un approccio ESG integrato
L’approccio ESG integrato presenta diversi vantaggi, è adattabile in quanto può essere applicato al singolo prodotto, alle imprese e a intere catene di valore favorendo un confronto oggettivo grazie agli indicatori minimi. Questo è molto importante perché l’impresa non è l’unico attore chiamato in causa per attuare la sostenibilità, serve un gioco di squadra, e quindi che intervengano diversi stakeholder, politica, enti associazioni e non da ultimo, i consumatori.
È modulare e può aiutare nell’analisi di sistemi complessi, scomponendoli nelle loro unità più piccole e potendo in ogni momento tornare a comporre il quadro d’insieme. Un’altra caratteristica è la flessibilità poiché le metriche di valutazione possono essere adattate in base a esigenze specifiche e situazioni eccezionali come lo sono state la pandemia e la guerra.
Lo scopo dell’approccio integrato è valutare la sostenibilità attraverso un’analisi di materialità che di fatto consente di riconoscere e dare priorità a quegli aspetti di governance, sociali ed ambientali di un prodotto, un’azienda o catena che sono percepite dagli stakeholder come più rilevanti sempre con un approccio risk-based. Significa ridurre la complessità del sistema senza mettere in discussione la completezza.
La sfida: tecnologie per risposte sicure, validate, veloci e attendibili
Inoltre, la tecnologia è imprescindibile per portare avanti questa ambizione. Non solo come strumento per fornire risultati ma anche per raccogliere i dati. Quello che sta cercando di fare l’unità R&D di DNV a Milano è creare i metodi prima e le soluzioni dopo per fornire una risposta digitalizzata, in termini reali e aggiornati.
La maggior parte anche delle attività di reporting legate all’accountability sono basate su valutazioni ex post e le tecnologie devono aiutare per fornire questo tipo di risposte con logiche diverse. Cambiare paradigma dell’approccio al nostro core di attività di fornire una voce attendibile nell’affrontare i cambiamenti, tra cui l’uso delle tecnologie.
Quello Sustainable Food Systems and Supply Chains di DNV è un programma di ricerca e sviluppo che risponde alla ambizione di plasmare il futuro dell’assurance in un’era di trasformazione guidata dall’applicazione diffusa delle tecnologie digitali e dalla necessità di lavorare nel rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
“Il nostro approccio – conclude Rondoni – si muove non solo in una logica di accoountability, è un sistema di valutazione data-driven con tecnologie innovative verso un approccio legato ad un sistema di rating e quindi una valutazione numerica quali-quantitativa. La transizione verso un modello sostenibile rappresenta una sfida per le aziende del settore F&B ma anche un’opportunità per sviluppare un sistema più efficiente e resiliente. Le aziende che decideranno di inserire l’approccio ESG integrato nella propria strategia avranno un vantaggio competitivo grazie all’impatto positivo sull’ambiente e sulla società, preservando il nostro pianeta per le generazioni future”.