Sostenibilità

Real estate e sostenibilità, come calcolare consumi ed emissioni degli edifici

Deepki aggiorna il proprio indice pensato per dare uno standard di performance globale al settore immobiliare. Uno strumento progettato per aiutare i gestori di immobili commerciali a verificare il rispetto dei criteri definiti dalla tassonomia europea

Pubblicato il 16 Mar 2023

real estate esg

Aiutare i player del settore immobiliare a comprendere le prestazioni energetiche e l’impronta di carbonio dei propri asset: è questo l’obiettivo dell’indice Esg pubblicato a novembre da Deepki, società di data intelligence Esg per il settore immobiliare, appena integrato con due nuovi parametri.

 Uno standard Esg globale per l’immobiliare

Nato dalla collaborazione con Ieif, l’Institut de l’Épargne Immobilière et Foncière, l’Indice Esg conta oggi anche sul supporto di Dgnb (German Sustainable Building Council) e Rics (Royal Institution of Chartered Surveyors), e si pone l’obiettivo di arrivare a essere uno standard di performance Esg globale nel campo immobiliare. L’indice si basa su dati di consumo effettivi, e fornisce la media, il top 15% e il top 30% in termini di consumi di energia primaria, di energia finale e emissioni di CO2eq degli asset per destinazione d’uso e Paese.

Gli standard europei

Per raggiungere l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050, la Commissione europea ha definito alcuni criteri di performance all’interno delle Tassonomia EU – spiega Deepki – In base a questi criteri, gli edifici che si trovano nel top 15% del patrimonio edilizio nazionale o regionale in termini di consumo di energia primaria verranno considerati investimenti sostenibili e serviranno da riferimento per l’intero settore.

Il valore aggiunto del nuovo indice

La nuova versione dell’indice pubblicata da Deepki fornisce un’analisi più approfondita delle prestazioni degli edifici in Europa, tenendo conto del loro consumo finale di energia e della loro impronta di carbonio. Si crea in questo modo un benchmark costruito con una metodologia standardizzata a livello europeo che consentirà ai proprietari e ai gestori di immobili di avere un quadro completo dell’impatto ambientale del settore e un riferimento con cui misurare la performance dei propri asset.

Uno specchio del mercato immobiliare europeo

L’indice è stato progettato per raccogliere automaticamente dati da più di 400mila asset in 52 Paesi, e per condividere informazioni sulla performance Esg del settore immobiliare per tipologia di asset (uffici, retail, residenziale, logistica, sanità, hotel, ecc.) e Paese (Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Benelux, Europa). L’indice viene pubblicato e aggiornato ogni anno, per proporsi come uno specchio del mercato europeo e delle sue evoluzioni.

L’aggiornamento dell’indice

Oltre a fornire i valori del top 15% e del top 30% degli edifici più performanti in termini di consumo di energia primaria, ora l’Indice fornisce anche valori di energia finale e una stima delle emissioni di carbonio in termini di CO2 equivalente. In questo quadro il consumo di energia primaria (EP) si riferisce al consumo energetico domestico, mentre l’energia finale (EF) si riferisce all’energia consumata addebitata in bolletta. “I dati sul consumo di energia finale sono stati convertiti in energia primaria – spiega Deepki – grazie a un coefficiente di mix energetico nazionale. Le emissioni di CO2 equivalenti sono state poi stimate utilizzando un database ufficiale dei fattori di emissione”.

I dati sull’Italia e l’Europa

 Dai dati raccolti per l’indice Esg emerge che in Italia la media degli degli edifici per la sanità consuma 261 kWhEF/m² e 428 kWhEP/m² e produce  59 kgCO₂eq/m² all’anno, mentre il consumo di energia degli edifici top 15% delle logistica in Europa è pari a 44 kWhEP/m² all’anno, corrispondenti a 29 kWhEF/m² all’anno e 5 kgCO₂eq/m² all’anno. Guardando alla Francia, il top 15% degli edifici a uso commerciale consuma 179 kWhEP/m² all’anno e 85 kWhFE/m² all’anno, con emissioni pari a 5 kgCO₂eq/m² all’anno, mentre nel Regno Unito il top 30% degli edifici ad uso ufficio nel Regno Unito consuma 168 kWhEP/m² all’anno, corrispondenti a 143 kWhEF/m² all’anno e 29 kgCO₂eq/m² all’anno.

La convergenza verso una metodologia comune

“Rendendo pubblico questo Indice offriamo un’opportunità unica nel mercato immobiliare europeo – affermano Vincent Bryant, ceo e co-fondatore di Deepki, ed Emmanuel Blanchet, coo e co-fondatore di Deepki – non solo per aiutare i player del settore a valutare il proprio portafoglio, ma anche per incoraggiare il dialogo con le altre iniziative e convergere verso una metodologia comune”.

“Rics condivide il desiderio di riunire l’intero mercato attorno a indicatori comuni per guidare meglio il settore immobiliare verso il net-zero in maniera coerente e trasparente – aggiunge  Sander Scheurwater, head of Public affairs, Americas, Europe, Middle East & Africa di Rics – L’indice Esg è un passo importante verso la creazione di un riferimento comune. Desideriamo continuare la nostra collaborazione con Deepki e altri operatori del settore sulla base di standard comuni, come il nostro International Building Operation Standard (Ibos), e la creazione e la diffusione di conoscenze del settore grazie al nostro World Built Environment Forum (Wbef)”.

Dgnb vede in questo Indice l’opportunità di avere un benchmark per valutare e confrontare l’allineamento con la tassonomia dell’UE utilizzando dati effettivi – sottolinea Seema Issar, In-Use Buildings & Sustainable Finance Manager di The German Sustainable Building Council (Dgnb) – Questo è particolarmente utile quando non è ancora possibile determinare il grado Epc”.

“Swiss Life Asset Managers identifica l’indice Esg come una fonte affidabile e credibile per valutare l’allineamento alla Tassonomia dei nostri asset in tutta Europa – conclude Bruno Blavier, head of Esg Real Estate di Swiss Life Asset Managers France – Questo benchmark risponde all’esigenza di integrare l’approccio Epc e ci permette di analizzare i nostri portafogli con una migliore copertura”.

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