Come si costruisce un prodotto che sia in grado di rispondere anche a caratteristiche di inclusività? Un prodotto che sappia rispondere ai bisogni per i quali è stato pensato ma unisca anche qualità, performance, sicurezza e sia nello stesso tempo inclusivo, ovvero che non abbia caratteristiche tali da renderlo inadatto ad alcune categorie di utenti? E, per alzare ulteriormente l’asticella delle aspettative, come si arriva a rendere questo prodotto nativamente inclusivo?
Per rispondere a questa domanda ESG Smart Data ha analizzato la ricerca The Key to Designing Inclusive Tech – Creating diverse and inclusive tech teams di Capgemini Research Institute (QUI per accedere alla ricerca completa) dove si analizza il rapporto sempre più stretto e i benefici di una interazione tra la capacità di gestire forme di diversità nell’ambito della gestione della workforce e la capacità di progettare tecnologie più inclusive. Il report mette sotto la lente i temi dell’inclusione e della diversity basate sul genere e sull’etnia con particolare attenzione ai gruppi di lavoro dedicati alla tecnologia nei settori della finanza, dei servizi, dei prodotti di largo consumo e nei servizi di pubblica utilità e nella sanità.
Favorire la diversity in azienda aiuta a progettare prodotti più inclusivi
Non si può non collegare le evidenze di questo report anche alla domanda che si stanno ponendo tantissime aziende e che riguarda il “come” e il “dove” è necessario lavorare per far crescere la componente “S” nel piano ESG. Detto che gli ambiti sono naturalmente tanti, dal report emerge che che un ruolo sempre più importante è svolto dall’innovazione tecnologica, ovvero dall’adozione di tecnologie, strumenti di produzione e collaborazione o applicazioni che siano pensati anche per facilitare e favorire una maggiore capacità di azione sui temi sui quali si costruisce la dimensione social di una organizzazione. Una maggior accessibilità e inclusione, una capacità di valutazione dell’impatto dell’azienda sulla qualità della vita delle persone, un lavoro sui prodotti e sui servizi che permetta di prestare sempre più attenzione alla ricerca di un equilibrio tra l’ambito professionale e le dimensioni della vita privata.
La dimensione sociale dell’ESG è necessariamente frutto di una sintesi complessa che ha visto un cambiamento profondo nelle prerogative, nelle metodologie e negli obiettivi stessi che sottostanno alla progettazione di nuovi prodotti. Rispetto al passato, quando l’introduzione di un nuovo sistema di produzione, di una tecnologia innovativa, di nuove applicazioni e soluzioni, aveva lo scopo primario di aumentare la produttività, di aumentare la competitività dell’azienda, di migliorare la qualità dei prodotti, di individuare nuove forme di valore aggiunto per superare la concorrenza, adesso all’innovazione tecnologica viene affidato anche il compito di contribuire a migliorare il rapporto tra i prodotti e coloro che li utilizzeranno, di valutare e gestire il loro impatto proprio sulla “S” dell’ESG.
Una delle evidenze più interessanti del report di Capgemini Research Insitute può essere riassunta nel messaggio che adottare un approccio organizzativo più inclusivo è una delle prerogative per realizzare prodotti che siano a loro volta nativamente più inclusivi.
Su ESG Smart Data una selezione e una sintesi delle ricerche e delle analisi sul ruolo e sulle prospettive della sostenibilità per le imprese e per le pubbliche amministrazioni.