Le aziende sono disposte a spendere anche 3 milioni di dollari in tecnologie che semplificano l’uso collaborativo dei dati, non solo per migliorare il profitto, ma anche per contribuire a risolvere le più grandi sfide dell’umanità. Lo rivela il report “Data for Humanity” commissionato da Lenovo e condotto da FT Longitude nel settembre 2022 su 600 dirigenti appartenenti alla C-suite di una vasta gamma di settori.
Il report mostra quanto la data collaboration rivesta un ruolo fondamentale per Giovanni Di Filippo. Secondo la ricerca, infatti, le imprese che utilizzano con successo i dati provenienti da diversi settori sono più propense ad affrontare le più grandi sfide del pianeta. Queste aziende, denominate Data Leader, registrano già benefici a livello finanziario da questo approccio. Prova ne è che il 78% ha evidenziato un incremento del fatturato negli ultimi 12 mesi, rispetto alla metà 50% di quelle aziende che non hanno pieno controllo dei propri dati.
Il report prevede che le aziende nei prossimi 12 mesi investiranno una media di 3 milioni di dollari in tecnologie e iniziative di data collaboration con l’aspettativa di aumentare i propri ricavi del 50%. Tuttavia, nonostante il profitto sia ovviamente importante, il report evidenza che per i leader aziendali è altrettanto importante l’interesse sociale nell’uso collaborativo dei dati.
I dati portano benessere alla società
L’indagine evidenzia, infatti, che i dati sono da considerare come una soluzione per aiutare le aziende ad affrontare le sfide del pianeta migliorando al contempo la stabilità finanziaria, con il 26% degli intervistati che dichiara di voler fare di più con i propri dati per il beneficio dell’umanità.
Gli intervistati indicano la crisi energetica come il principale pericolo nei prossimi tre anni, con il 71% degli executive che dichiara di aspettarsi un impatto da moderato a grave sul business. Tra le situazioni di rischio seguono il riscaldamento globale (59%), la scarsa assistenza sanitaria (53%) e la disparità di reddito (52%).
Tuttavia, solo il 40% degli intervistati ha dichiarato che la loro azienda nei prossimi tre anni adotterà misure per affrontare la crisi energetica, ancora meno per il riscaldamento globale (33%), la sanità (22%) e la parità di reddito (18%).
La collaborazione come vantaggio per l’innovazione
I senior executive ritengono che, con il progressivo miglioramento dei dataset e delle capacità di analisi, per migliorare la stabilità globale e la sicurezza sarà fondamentale avere un approccio collaborativo ai dati. Sebbene il 23% non sappia come usare i dati in un modo che abbiano un impatto sul pianeta, molti ritengono che la data collaboration possa portare vantaggi all’umanità, all’innovazione e al business.
In tal senso, le aziende stanno già condividendo dati con partner e organizzazioni esterne per aiutare a migliorare l’istruzione (46%) e il commercio (46%), rafforzare le democrazie e i diritti umani (44%), sostenere iniziative ambientali (43%) e favorire l’innovazione (43%).
Chi non ha ancora partecipato alle data partnership e agli ecosistemi cita i costi come ostacolo maggiore (60%), seguito dalle preoccupazioni relative alla sicurezza (57%) e al rischio e alla conformità (57%).
“I dati possono aiutarci ad affrontare una moltitudine di sfide di business e sociali, aumentando al contempo i profitti, si tratta di una condizione vantaggiosa per le aziende che stanno sfruttando attivamente il valore dei dati in loro possesso – ha dichiarato Giovanni Di Filippo, EMEA President, Lenovo Infrastructure Solutions Group –. È chiaro come i manager delle grandi aziende che hanno un impatto sulla società riconoscano il valore dei dati dal momento che intendono investire in intelligenza artificiale, analytics, e data storage”.
Data Leader e Data Follower
Il gruppo di aziende definito Data Leader che costituisce il 15% del campione dell’indagine di Lenovo, mentre i Data Follower rappresentano il 37% del campione.
Nei prossimi tre anni, è più probabile che i Data Leader rispetto ai Data Follower agiscano contro la crisi energetica (60% dei Leader contro il 33% dei Follower), la scarsa assistenza sanitaria (29% dei Leader contro il 18% dei Follower), la scarsa istruzione (61% dei Leader contro 25% dei Follower) e il riscaldamento globale (34% dei Leader contro 29% di Follower). Inoltre, i Data Leader hanno una maggiore percezione riguardo l’importanza dei dati per risolvere queste sfide e l’efficacia nello sviluppo di iniziative ambientali, sociali e di governance (ESG) (96%). Al contrario, solo una minoranza (41%) dei Data Follower afferma di essere attivo in quest’ambito.
Rispetto ai Data Follower, i Data Leader sono maggiormente portati a utilizzare i propri dati per un mix di iniziative commerciali e sociali, piuttosto che solo per scopo di lucro. Ciò suggerisce che man mano che le organizzazioni diventano più avanzate nell’utilizzo dei propri dati, è più probabile che li utilizzino per il bene comune.