Le utility e le multiutility europee stanno facendo passi in avanti dal punto di vista della sostenibilità e del rispetto dei criteri ESG: la conferma arriva dalla recente pubblicazione degli Standard Ethics Rating (SER) relativi al settore: si tratta di una opinione circa la distanza tra un ente e le indicazioni internazionali sulla sostenibilità. L’algoritmo è uniformato alle indicazioni e linee guida dell’Unione Europea, dell’Ocse e delle Nazioni Unite in materia di sostenibilità e governance della sostenibilità.
Ad oggi, l’utility europea con lo Standard Ethics Rating (SER) più alto è la finlandese Fortum, con un Corporate SER EE+13, mentre la multiutility italiana A2A insieme a Pennon Group, hanno raggiunto lo stesso livello nell’ambito delle multiutility. Il report segnala i positivi passi in avanti fatti da due importanti realtà italiane come Snam ed Acea: la prima con un Corporate SER che è passato a EE dal precedente EE-, e la seconda con un innalzamento dell’Outlook da “Stabile” a “Positivo”. Parzialmente negativi (livello di Rating E+, cioè basso) sono invece i risultati di Italgas, Iren ed ERG.
Gli ultimi dati14 di Standard Ethics evidenziano che, a livello globale, il 61% del settore delle utility ha un Sustainable Grade, con Spagna, Italia e Francia che presentano il maggior numero di utility quotate in Europa. Le prospettive appaiono essere quelle di una crescita del trend della sostenibilità: con l’aumento del budget della Commissione Europea per il 2023 per il Just Transition Fund, destinato ad assistere gli sforzi in corso della transizione energetica, le utility e le multiutility europee stanno rafforzando i loro piani industriali per garantire il raggiungimento delle emissioni zero entro il decennio.