Lavorare per un business sostenibile significa generare valore positivo, anche nell’impatto sociale.
La conversazione e il confronto con Giuseppe Mariani, direttore generale di Intesa, a Kyndryl Company, inizia da un presupposto molto preciso attorno al quale è stata costruita una strategia con un duplice fine: quello di raggiungere in azienda gli obiettivi di sostenibilità, ma anche di supportare in questo percorso altre imprese, mettendo a disposizione competenze e soluzioni.
Una convinzione che vuole dimostrare come la tecnologia possa migliorare le condizioni di vita delle persone e come l’operato delle aziende dei vari settori debba favorire il massimo sviluppo tecnologico orientato in una direzione compatibile e strumentale a un mondo sostenibile.
Come Intesa avete da tempo sviluppato un impegno molto chiaro sui temi della CSR, della sostenibilità e dell’impatto: qual è la vostra visione in merito al ruolo e alle prospettive legate all’ESG?
Va detto subito che, in Intesa, crediamo non si possa crescere come impresa senza integrare un reale interesse verso l’ambiente, verso i temi sociali e verso la governance: vale a dire i tre pillar che stanno alla base dell’ESG.
Dobbiamo poi aggiungere che le prospettive disegnate dall’ESG sono parte integrante della missione di Intesa, impegnata da più di 35 anni nella digitalizzazione delle aziende. Si tratta di dimensioni strettamente legate tra loro. In questo scenario, trova conferma la nostra convinzione secondo la quale etica e profittabilità sono tematiche inscindibili, che possono e devono viaggiare di pari passo per la creazione di nuove forme di valore.
Un esempio molto concreto è rappresentato per noi dalla decisione di avviare il percorso per ottenere la certificazione B Corp. Una scelta intrapresa non tanto per la certificazione di per sé, che è naturalmente importante, ma come cammino caratterizzato da una serie di iniziative che ci permettono di monitorare, misurare e migliorare le aree relative al nostro impatto a livello di società e di ambiente.
In tutto questo che ruolo svolge il digitale?
Il digitale ha e avrà sempre di più una grande responsabilità nella costruzione di un futuro sostenibile. Per noi questo ruolo è ancora più importante perché significa progettare e realizzare servizi digitali che permettano di creare spazi di interazione, di relazione e di operatività in grado di modificare il modo in cui le persone lavorano e l’impatto delle imprese. Siamo certi che l’innovazione digitale possa rappresentare una grande opportunità per creare un futuro diverso, più inclusivo, da gestire in modo più responsabile.
Portiamo nello specifico l’attenzione sulle tre dimensioni dell’ESG, Environmental, Social, Governance: come le declinate in termini di soluzioni e servizi per i clienti?
Il modello di Intesa coinvolge diverse dimensioni che hanno un impatto importante sui temi ESG: dalla responsabilità verso le persone, ai temi che guardano al territorio, per arrivare alla gestione e alla governance. Intesa dispone di un approccio e di competenze che favoriscono lo sviluppo di tecnologie digitali in modo coerente e funzionale al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità.
Solo per fare qualche esempio, le tecnologie che mettiamo a disposizione dei clienti consentono di attuare tante e diverse forme di dematerializzazione con un conseguente risparmio di tempi, costi e risorse; le soluzioni in Cloud danno la possibilità di abbattere i consumi energetici dei data center; l’impiego di data analytics in alcuni ambiti permette l’ottimizzazione dei processi individuando soluzioni che consentono di ridurre l’impatto sull’ambiente. Non ultimo, è certamente di grande importanza l’attività che va nella direzione di una diffusione di soluzioni per il lavoro da remoto, che aiuta a contenere il numero di spostamenti e, quindi, le emissioni di CO2.
Possiamo vedere qualche esempio specifico?
Nell’ambito del nostro percorso di certificazione B Corp ci stiamo confrontando con le necessità legate alla elaborazione di indicatori che permettano di monitorare i risultati. Alcune delle nostre piattaforme dispongono di funzionalità per la misurazione di questi KPI. Un esempio significativo è rappresentato dalla piattaforma per la firma elettronica “Intesa Sign”, la nostra soluzione di Digital transaction management (DTM) dedicata alla gestione delle transazioni basate su documenti digitali. Questa soluzione conta sull’integrazione di un sistema di monitoraggio che consente la misurazione, per ogni singola transazione, del risparmio di carta e risorse in quantità di CO2. Concretamente, dopo ogni firma, vengono comunicati i grammi di anidride carbonica che sono stati risparmiati con un messaggio molto chiaro che contribuisce ad aumentare la consapevolezza sull’impatto ambientale.
Questo concetto di un digitale che aiuta in modo concreto a migliorare la vita delle persone è anche ripreso nel nostro Tech for Humans, che guida lo sviluppo delle nostre soluzioni digitali. Quando ci riferiamo al coinvolgimento delle persone, non pensiamo solo a dipendenti e clienti, ma a tutto l’ecosistema nel quale è immersa ogni azienda, ovvero pensiamo al coinvolgimento di fornitori, partner, pubbliche amministrazioni e cittadini. In questa direzione, un altro esempio è rappresentato da strumenti come lo SPID che consente l’accesso ai servizi online della PA e dei privati e noi, come Identity Provider accreditati AGID, con IntesaID consentiamo a clienti e cittadini di gestire a distanza pratiche con uffici pubblici, con un risparmio tangibile in termini di spostamenti.
Anche in questo caso si coglie un’attenzione speciale alle persone, alla dimensione “Social”
Sì, siamo convinti che chi sviluppa soluzioni digitali abbia sempre più la responsabilità di tener conto di tutti gli attori dell’ecosistema, quindi ci stiamo impegnando sul fronte dell’inclusività. Le nostre policy di equity, diversity e inclusion partono da un forte commitment della direzione e toccano tanti aspetti della vita aziendale. Il digitale anche in questo contesto è una leva di crescita sociale e del business e l’obiettivo è quello di portare questi vantaggi a tutti.
Torniamo alle principali esigenze del mondo ESG e in particolare ai temi della “misurabilità” e della gestione di “nuove” fonti di dati: come vedete questa necessità oggi?
Sentiamo spesso ripetere che il petrolio del futuro è rappresentato dai dati. Secondo noi non sono tanto i dati in sé ad assumere questo valore, quanto la loro gestione e le loro modalità di utilizzo, che permettono di ottenere informazioni che migliorano il mondo in cui viviamo. Le aziende dispongono di grandi quantità di dati che provengono da fonti eterogenee e l’obiettivo della tecnologia oggi, più che in passato, dovrebbe essere quello di ridurne la distribuzione a silos e di stabilire delle modalità sempre più efficaci per estrarre insight utili per misurare e indirizzare uno sviluppo sostenibile del business.
Per gestire queste crescenti quantità di dati, le aziende hanno bisogno di sistemi adeguati, servono soluzioni in grado di gestire la frammentazione, l’elaborazione, la condivisione, la conservazione in modalità “Trusted” con livelli di servizio che possano essere continuamente monitorati. Con queste basi, si può rispondere alla domanda di misurabilità delle performance legate agli indicatori ESG. Si indirizzano anche a questi obiettivi le cosiddette tecnologie ‘cognitive’ come Intelligenza Artificiale, Blockchain e IoT solo per citarne alcune. L’AI, in particolare, è in grado di prendere un numero di dati elevatissimo e di formato disomogeneo, metterli insieme, esaminarli velocemente e creare quegli indicatori KPI che permettono a un’azienda di capire se si trova in una situazione ottimale o se sta correndo il rischio di compromettere la sua efficienza. Nella nostra visione l’ESG passa dalla governance puntuale di questi dati, dalla loro raccolta e dalla loro gestione in funzione naturalmente delle specifiche catene del valore di ciascuna azienda.
Focalizziamo l’attenzione su un aspetto specifico della sustainability: come si diventa B Corp e che prospettive vedete in questa scelta?
Come azienda abbiamo scelto di avere un forte posizionamento sui temi della sostenibilità e per questo abbiamo intrapreso un percorso che ci porta nella direzione della certificazione B Corp, un cammino che è gestito da un ente no profit come B Lab che ha la missione di diffondere un paradigma più evoluto di business, che punta a superare la logica di un risultato limitato “solo” al profitto per innovare e per massimizzare l’impatto positivo che un’azienda può avere verso tutti gli stakeholder.
Un’azienda che punta alla certificazione B Corp sceglie scientemente di produrre benefici di carattere sociale e ambientale, mentre raggiunge contemporaneamente obiettivi di profitto e voglio aggiungere che non è un cammino facile: per diventare B Corp occorrono investimenti economici, di tempo e di risorse che vanno indirizzate all’analisi, alla valutazione dell’organizzazione, alla riorganizzazione dei processi e al raggiungimento di modelli che permettano di soddisfare i parametri richiesti. In base alla nostra esperienza, se non si ha una forte consapevolezza della necessità di integrare business e sostenibilità, forse è meglio non avventurarsi in un percorso di questo tipo.
Accanto alla scelta strategica sui temi della sostenibilità, dell’inclusione, dell’etica, quali sono i vantaggi di un percorso B-Corp?
Tra i principali vantaggi legati a questa scelta c’è certamente la possibilità di differenziarsi nel mercato, di esprimere in modo chiaro un impegno forte sui temi della sostenibilità. E dunque fiducia e credibilità verso tutti gli attori del mercato. Ci sono poi vantaggi legati a un processo che porta a un miglioramento continuo nelle performance, nella capacità di attrarre talenti che desiderano seguire percorsi legati all’ESG, e di migliorare i risultati economici. Questa nostra decisione ci rende partecipi di un movimento globale di leader che si muovono sulla base di convinzioni e criteri condivisi per guidare questo cambiamento.
Entriamo nel merito delle tappe del percorso che vi permettono di diventare B-Corp?
Il cammino per arrivare alla certificazione B Corp parte fondamentalmente dal questionario B Impact Assessment (BIA), costituito da uno strumento online gratuito e confidenziale che consente a B Lab di effettuare una prima analisi dell’azienda e di valutare i gap che la separano dal raggiungimento dei requisiti per la certificazione. A questa fase, segue una riorganizzazione delle operations dell’azienda che ha come obiettivo il raggiungimento di un punteggio minimo di 80 punti su 200 con tutta una serie di attività che consentono di monitorare gli indici di sostenibilità. In questo senso desidero ripetere che per noi sostenibilità non significa lavorare soltanto sull’ambiente, ma vuol dire partire dall’ambiente, comprendere l’inclusione, la gestione delle diversità, il miglioramento del welfare delle persone e il controllo di tutti gli impatti positivi dell’azienda verso l’esterno. Segue poi un passaggio nel quale i risultati dichiarati vengono sottoposti a verifica tramite un processo di validazione con la raccolta di documentazione specifica che consente a B Lab di comprendere il valore del percorso effettuato per arrivare poi alla vera e propria certificazione.
In conclusione, possiamo citare un esempio di attività o progetto aziendale legato ai temi della sostenibilità?
All’interno del nostro percorso di crescita e di certificazione come azienda BCorp, rivestono un ruolo centrale le politiche legate all’area Equity, Diversity & Inclusion, basate sulla convinzione che chi sviluppa soluzioni digitali ha la responsabilità di tenere in considerazione le esigenze di tutti gli stakeholder già in fase di progettazione, per renderle poi realmente accessibili a tutti.
In questo contesto si collocano ad esempio le nostre attività di D&I, supportate da un forte commitment della direzione generale e coordinate da figure preposte che si occupano di agire su più ambiti: dalla gender equality alla valorizzazione delle diversità di genere e di orientamento sessuale, comprendendo i temi legati all’età e alle dinamiche intergenerazionali e alle diverse abilità.
Un altro bell’esempio è rappresentato da una iniziativa che ha visto Intesa impegnata con i propri dipendenti in una sessione di volontariato presso i parchi di Roma, Milano e Torino nei quali si sono organizzate attività di raccolta dei rifiuti e di pulizia. Il progetto ha rappresentato una opportunità che non era prevista all’interno del percorso che abbiamo avviato, ma che è stata vissuta anche come una occasione di incontro, di collaborazione, di impegno comune per contribuire a un ambiente più pulito.