Il report

Sostenibilità: il Fashion non può (e non deve) più farne a meno

Sondaggio di McKinsey sull’impegno ESG del comparto moda in Europa: la crisi Covid-19 ha accelerato le policy, ma lo stimolo proviene anche dai consumatori, che desiderano sempre più che gli attori agiscano in modo responsabile e considerino gli impatti sociali e ambientali delle loro attività

Pubblicato il 02 Feb 2021

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Parola d’ordine: sostenibilità. Mentre l’industria della moda si sta riorganizzando per affrontare il New normal dopo la crisi sanitaria da Covid-19, i consumatori europei si mostrano sempre più coinvolti e interessati dai temi ESG. Un ostacolo per gli attori del settore? Tutt’altro: piuttosto, un’opportunità per ribadire il proprio impegno sul fronte della sostenibilità. E forse, l’occasione per dirigere il fashion system verso una minore stagionalità.

Il sondaggio, condotto da McKinsey & Company nell’aprile 2020 su oltre 2mila consumatori britannici e tedeschi, fa parte di uno sforzo teso a catturare il sentiment durante la pandemia. Quel che emerge, tra lo shock e l’incertezza affrontati dal settore della moda durante la crisi, è che si fa strada un lato positivo per l’ambiente: due terzi dei consumatori intervistati affermano infatti che è diventato ancora più importante limitare gli impatti sui cambiamenti climatici. Inoltre, l’88% degli intervistati ritiene che si dovrebbe prestare maggiore attenzione alla riduzione dell’inquinamento.
In pratica, i consumatori hanno già iniziato a modificare i propri comportamenti sulla base di queste istanze. Dei consumatori intervistati, il 57% ha apportato modifiche significative al proprio stile di vita per ridurre il proprio impatto ambientale e oltre il 60% dichiara di aver fatto di tutto per riciclare e acquistare prodotti in imballaggi ecologici

Più attenzione agli impegni sociali e ambientali

Mentre l’industria si sta riorganizzando per la prossima normalità, il sondaggio mette in luce la necessità di considerare la volontà dei consumatori, che chiedono agli attori del comparto di sostenere le loro responsabilità sociali e ambientali. Dei consumatori intervistati, il 67% considera l’uso di materiali sostenibili un importante fattore di acquisto e il 63% considera allo stesso modo la promozione della sostenibilità da parte di un marchio.
Inoltre, i consumatori intervistati si aspettano che i marchi si prendano cura dei loro dipendenti, così come dei lavoratori in Asia, durante la crisi Covid-19.

Ciò evidenzia la necessità per i marchi di mantenere impegni etici, nonostante la crisi. Nel complesso, è imperativo creare un clima di fiducia e trasparenza con i consumatori, poiché in questo momento il 70% di loro afferma di volersi affidare ai marchi che conosce e di cui si fida. Il 75% degli intervistati, di conseguenza, considera un marchio affidabile un importante fattore di acquisto. Tuttavia, i consumatori più giovani, in particolare la Generazione Z e i millennial, hanno maggiori probabilità di sperimentare marchi più piccoli o meno noti in questo momento di difficoltà.

Cambiano i comportamenti di acquisto

Con l’88% dei consumatori che si aspetta una lenta ripresa o una recessione, la fiducia generale dei consumatori è bassa. Di conseguenza, anche la spesa dei consumatori in ambito Fashion sta cambiando. Più del 60% dei consumatori dichiara di spendere meno per la moda e circa la metà si aspetta che tale tendenza continui dopo la fine della crisi. Tuttavia, è probabile che i consumatori riducano gli acquisti di accessori, gioielli e altre categorie discrezionali, prima di ridurre la loro spesa in abbigliamento e calzature.

Il sondaggio rivela inoltre che la crisi sanitaria ha reclutato nuovi consumatori perlopiù sui canali online: il 43% degli intervistati, che non acquistava moda online, afferma di aver iniziato a utilizzare proprio questi strumenti durante la crisi. Ed è improbabile che questo cambiamento si inverta, poiché quasi il 28% dei consumatori si aspetta di acquistare meno nei negozi fisici, una tendenza osservata in quote più elevate nella Generazione Z e negli intervistati Millennial

I cicli della moda e i modelli di business circolari

I risultati del sondaggio indicano che la mentalità del consumatore non è fortemente legata al ciclo della moda: ciò significa che questo potrebbe essere il momento giusto per guidare verso una minore stagionalità nel sistema Fashion. Il 65% degli intervistati si è detto favorevole alla politica dei marchi che hanno ritardano il lancio di nuove collezioni a causa della crisi. A tal proposito, i consumatori ora citano la novità come uno degli attributi meno importanti quando fanno acquisti.

Come risultato della crisi Covid-19, inoltre, il 65% degli intervistati rivela l’intenzione di acquistare articoli di moda più durevoli, mente il 71% ha in programma di conservare più a lungo gli articoli che già possiede. Inoltre, il 57% degli intervistati è disposto a riparare gli articoli per prolungarne l’utilizzo.

Soprattutto tra i consumatori europei più giovani, c’è interesse ad acquistare articoli di moda di seconda mano. Circa il 50% della generazione zero e dei millennial prevede di acquistare più articoli second hand.

L’occasione per fondare una nuova vision in ottica ESG

Nel complesso, la fiducia dei consumatori suggerisce che la crisi sanitaria potrebbe servire come un’opportunità di ripristino per gli attori dei settori dell’abbigliamento, delle calzature e del lusso per rafforzare i loro impegni di sostenibilità e accelerare i cambiamenti a livello di settore, come la riduzione della stagionalità e il ridimensionamento dei modelli di business circolari.

Il sondaggio e gli altri grafici prodotti sono consultabili a questo link.

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