“Gli obiettivi di ESG sono fortunatamente presenti in molti piani industriali. Tuttavia, la tecnologia presenterà sia sfide che opportunità quando verrà il momento di implementarli. Da una parte, la tecnologia è una delle principali fonti di cambiamento climatico e molte aziende tecnologiche stanno cercando di affrontare questo problema, sia costruendo data center efficienti sia sviluppando applicazioni che consumano meno. Dall’altra parte la tecnologia può anche aiutare a rendere la nostra vita quotidiana più sostenibile. L’opportunità che vediamo è che sempre più persone prenderanno in considerazione la sostenibilità quando sceglieranno un marchio o un fornitore: questo richiederà alle aziende di esaminare, a loro volta, i costi ambientali dei loro prodotti e delle proprie attività, e di adottare strategie e tecnologie più sostenibili”.
Ad affermarlo è Thoughtworks, società di consulenza tecnologica internazionale che integra strategia, design e sviluppo software per guidare l’innovazione digitale, che – con il report “Looking glass“ – fa il punto della situazione sulle tecnologie abilitanti che le aziende dovrebbero adottare per costruire la propria impronta digitale. E rivela: “Entro il 2023 ci auguriamo che saranno anche le grandi istituzioni finanziarie italiane a seguire l’esempio di altre grandi aziende a diventare trend-setter globali per quanto riguarda l’adozione di green cloud e la riduzione del loro carbon footprint digitale”.
“Dall’intelligenza artificiale, all’interazione macchina-persona, alle piattaforme, l’impatto della tecnologia va ben oltre quello di un’azienda” – afferma Valeria Della Rosa, Head of Client Services Thoughtworks Italy – La tecnologia tocca il benessere della nostra società e la sostenibilità del nostro pianeta. Le scelte tecnologiche si devono basare consapevolmente non solo sulle esigenze fisiologiche di ciascuna azienda, ma anche sulle ambizioni di business oltre la bottom line”.
I trend emergenti per compiere scelte tecnologiche consapevoli
Già dieci anni fa la tecnologia necessaria per trasformare le industrie più tradizionali attraverso il software non solo esisteva, ma iniziava ad essere accessibile su larga scala a livello globale. Bisognava essere disruptors e quindi fare leva sul software (trasformandosi quasi in software company) per guadagnare quote di mercato a spese di quelle aziende che non stavano cogliendo l’onda del cambiamento per acquisire vantaggi competitivi rilevanti e di lungo periodo.
Come azienda profondamente radicata nella tecnologia, Thoughtworks ritiene che sia opportuno offrire una visione che permetta di mettere a fuoco i trend emergenti per tutte le aziende, distruptors e non-disruptors, qualunque sia la loro personale impronta digitale.
Esiste oggi una vasta gamma di soluzioni tecnologiche la cui accessibilità e importanza è in continua crescita. “La chiave, secondo noi di Thoughtworks, sta proprio nel bilanciare il mix non solo sulle esigenze fisiologiche di ciascuna azienda, ma anche sulle ambizioni di business”, spiega Della Rosa. Nell’era della sovra e mala informazione, tuttavia, non è facile distinguere le promesse dalle scommesse. Per questo, già conosciuti per il Tech Radar, una guida sulle frontiere tecnologiche fatta da tecnologi per tecnologi, Thoughtworks ha deciso di introdurre Looking Glass (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO) una pubblicazione annuale che recensisce tutto ciò che c’è di nuovo e promettente in ambito tecnologico, ma in ottica aziendale.
Ecco, oltre alla già citata accelerazione verso la sostenibilità, quel che ne emerge.
Collaborare con l’Intelligenza artificiale e il Machine learning
Thoughtworks pensa che le tecnologie d’avanguardia in questo campo debbano essere viste in ottica di collaborazione. “Come Thoughtworks crediamo anche che le persone possano beneficiare dell’AI/ML in modalità aumentata, mettendo umani e macchine fianco a fianco a svolgere ruoli combinati o complementari. Si tratta di situazioni che richiedono creatività, intuizione, esperienza ed un approccio olistico per prendere le decisioni importanti più strategiche come: ‘Quale nuovo prodotto introdurre nel mercato’ oppure ‘Come azzerare le emissioni’”, puntualizza Della Rosa.
Previsioni: Entro il 2023 con la creatività computazionale, le aziende italiane nelle industrie più creative potranno, se vogliono, dimostrare al mondo che l’AI non è l’arte di estrarre valore dalla storicità dei dati, ma l’arte di creare nuovi dati e nuovi spunti per lo sviluppo di prodotti italiani ancora più amati.
Evolvere l’interazione tra macchine e persone
Non può essere sfuggito a nessuno che la nostra interazione con il mondo digitale è cambiata drasticamente negli ultimi anni. È evidente che le persone abbiano aspettative crescenti rispetto alle interazioni e che quindi non è più una dicotomia di forma e funzione: i dispositivi, così come i prodotti ed i servizi digitali, oggi devono avere un bell’aspetto, devono essere funzionali, capire le nostre emozioni e devono sintonizzarsi sulle nostre esigenze. Fornire un servizio di questo tipo è un gioco da ragazzi, farlo bene diventerà differenziante.
Previsioni: Entro il 2023, vedremo nel mondo della Sanità italiana, un maggiore numero di soluzioni tecnologiche che si orienteranno verso la promozione della salute piuttosto che la cura, partendo proprio dalla telemedicina.
Realizzare il potenziale delle piattaforme
Da anni si dice che la chiave di una moderna strategia di business sta nella realizzazione di “piattaforme”. Allo stesso tempo è evidente che molte di queste iniziative non hanno prodotto i risultati attesi, spesso a fronte di investimenti faraonici. Thoughtworks ha rivoluzionato lo sviluppo software su scala globale, definendo approcci come DevOps, microservices e Infrastructure-As-Code. Sulla scorta di questa esperienza, Thoughtworks raccomanda alle aziende un maggiore allineamento tra strategie tecnologiche ed obiettivi di business. Inquadrata la finalità funzionale della piattaforma e quindi anche i consumatori chiave, si possono stabilire gli indicatori di successo da misurare e monitorare. Spesso, come consulenti, vediamo che questo semplice concetto viene messo da parte, presi dall’entusiasmo e dalle promesse dell’ultimo tool o tecnologia emergente che sorprende il mercato.
Previsioni: Entro il 2023, vediamo l’opportunità per aziende italiane che hanno esigenze in ambito ‘big data’, di adottare il data mesh, una nuova modalità di data platform socio-tecnologica decentralizzata che si fonda sull’idea di base di creare ‘data products’ che rispondano ai bisogni dei propri consumatori.
Evitare che il software abbia effetti indesiderati sulle persone
I recenti eventi hanno purtroppo riportato l’attenzione su come la sicurezza informatica. Ma la sicurezza non è tutto: le aziende hanno la necessità di garantire che il proprio software agisca per il benessere di tutti; gli utenti devono sentirsi rassicurati sul fatto che i propri dati personali siano rispettati e protetti, che non verranno utilizzati per renderli vittime di pubblicità sgradite; che le piattaforme siano accessibili ai portatori di handicap motori o cognitivi; che gli algoritmi non manifestino pregiudizi che tendono a penalizzare o escludere segmenti di popolazione. Non è solamente materia di etica, ma di favorire la fiducia e, in definitiva, la salute dell’organizzazione.
Previsioni: Entro il 2023, con i piani già messi in atto dal PNRR, l’Italia vedrà un salto quantico in materia di digitalizzazione per il paese, pur garantendo i diritti fondamentali delle proprie persone in materia di privacy e sovranità dei dati di ognuno.