Studi

Accenture: con le rinnovabili l’Italia può abbattere le emissioni e aumentare l’indipendenza energetica

L’implementazione dello scenarion “Green Acceleration”, può condurre ad una riduzione cumulata della domanda di gas di 190 bcm nel periodo 2022-2030, garantendo un abbattimento netto cumulato di CO2 di 68 Mt. 

Pubblicato il 06 Mag 2022

rinnovabili

Uscire dalla dipendenza dal gas (specialmente quello russo) è possibile per l’Italia, a patto di puntare con convinzione sulle fonti rinnovabili: questa la principale conclusione dello Studio “Italia e dipendenza energetica: diversificare le fonti e investire sulle rinnovabili per un futuro meno vincolato e più decarbonizzato”, presentato nel corso del Workshop dell’Osservatorio Utilities Agici – Accenture. Più nel dettaglio, lo studio si articola su due scenari pensati per anticipare gli obiettivi fissati al 2030 sulla decarbonizzazione del Paese, costruiti simulando un mix di interventi fondati su 4 leve principali: l’accelerazione sull’installazione di rinnovabili, l’incremento della produzione di biometano, l’aumento dell’efficienza energetica e la diversificazione delle importazioni di gas. Lo scenario «green acceleration» prevede un elevato focus sugli interventi che consentono una riduzione della domanda di gas naturale, attraverso una forte accelerazione sulle rinnovabili (nei prossimi 3 anni – 20 GW/anno), target aggressivi per la produzione di biometano (8 bmc al 2030) e il mantenimento di un elevato tasso di interventi di efficienza energetica (fino a 1,5% di tasso annuo). Più progressiva è invece la crescita ipotizzata dallo scenario progressive growth», comunque basato sull’utilizzo di leve analoghe: in particolare, lo sviluppo delle rinnovabili procede con un’accelerazione più moderata (da 2 a 15 Gw/anno nel periodo 2022-2030), il target di produzione del biometano è più limitato (3 bmc) e il tasso di interventi di efficienza energetica arriva fino all’1%.  Secondo Accenture l’Italia dovrebbe puntare sullo schema “Green Acceleration”, che può condurre ad una riduzione cumulata della domanda di gas di 190 bcm nel periodo 2022-2030, garantendo un abbattimento netto cumulato di CO2 di 68 Mt. 

L’accelerazione sulle rinnovabili, insieme alle altre leve, consentirebbe inoltre il raggiungimento dell’indipendenza dal gas russo entro il già 2023, minimizzando la produzione termoelettrica a carbone e non richiedendo necessariamente il ricorso a nuove infrastrutture di rigassificazione e all’ampliamento della capacità dei gasdotti esistenti. Nonostante 20 GW annui di nuove fonti pulite possano sembrare un traguardo difficile da raggiungere, l’Italia avrebbe le carte in regola per farcela, considerato che dieci anni fa era stata capace di installarne 11 GW in un solo anno, in un contesto peraltro caratterizzato da una minore competitività delle tecnologie green. A patto, naturalmente – si legge nello studio – di semplificare il quadro normativo, garantire stabilità agli investitori e modernizzare le infrastrutture elettriche.

Come ha evidenziato Claudio Arcudi, Responsabile Energy & Utility di Accenture Italia dichiara: “Il nuovo contesto internazionale richiede di accelerare su decarbonizzazione e indipendenza energetica. Lo scenario che prevede un forte incremento delle energie rinnovabili e del biofuel è una grande opportunità per la competitività del nostro sistema Paese. Le aziende utilities ed energia devono creare un ecosistema virtuoso attorno alle rinnovabili onshore e offshore, in particolare eolico e fotovoltaico. Gli investimenti devono essere parte di un approccio sistemico alla decarbonizzazione che oggi è possibile grazie alla digitalizzazione. L’internet delle cose, l’intelligenza artificiale ed i big data saranno i fattori critici di successo di questo nuovo sistema energetico. Accenture è un attore ecosistemico per l’attuazione della transizione energetica. Mette a disposizione delle organizzazioni competenze, asset, esperienza di mercato e la possibilità di attingere dalle principali esperienze estere”.

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