Perfettamente consapevole delle minacce che gravano sugli oceani, quest’anno l’Unione Europea ha posto un forte accento sulla necessità di proteggerli e ripristinarli, per esempio dando il proprio contributo a iniziative come “One Ocean Summit“ (che si è tenuto a febbraio a Brest) e alla prossima conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (in programma per giugno-luglio a Lisbona). Al momento sta aggiornando l’agenda sulla governance internazionale degli oceani – per oceani sicuri, protetti, puliti e gestiti in modo sostenibile in Europa e nel mondo – per tenere conto dell’integralità delle sfide legate agli oceani e degli eventi recenti, ma anche delle opportunità offerte dal Green Deal europeo.
In occasione della conferenza “Our Ocean” a Palau, momento cruciale in cui dal 2014 i paesi di tutto il mondo, la società civile e l’industria si impegnano a intraprendere azioni concrete e significative per gestire le risorse marine in modo sostenibile, aumentare la resilienza degli oceani ai cambiamenti climatici e tutelarne la salute per le generazioni future, l’UE ha ribadito il proprio impegno a favore di una governance internazionale degli oceani presentando un elenco di 44 impegni per il periodo 2020-2022 per un totale di quasi 1 miliardo di euro.
“Oggi l’UE ha impegnato una somma importante, ma ancora più importante è il ruolo degli oceani per la nostra stessa esistenza: ci danno aria pulita, regolano il clima, contengono gran parte della biodiversità della Terra e sono fondamentali per l’economia. Gli oceani ci offrono tutti questi benefici e per questo dobbiamo proteggerli. Ne va del nostro futuro” ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca.
Gli impegni assunti dall’UE riguardano le sei aree tematiche della conferenza: le aree marine protette; la lotta contro l’inquinamento marino; il contrasto alle conseguenze della crisi climatica sugli oceani; la creazione di economie blu sostenibili; la promozione della pesca su piccola scala e dell’acquacoltura sostenibili; e la volontà di ottenere oceani sicuri, equi e protetti. L’UE ha messo a punto anche uno strumento di monitoraggio degli impegni per consentire ai cittadini di seguire i progressi compiuti nell’attuazione degli stessi.
Green deal: esempi di impegni faro per ripristinare oceani e acqua entro il 2030
Istituita nel 2014, la conferenza “Our Ocean” si è svolta negli USA nel 2014 e nel 2016, in Cile nel 2015, nell’UE (a Malta) nel 2017, in Indonesia nel 2018 e in Norvegia nel 2019. Nel corso delle sei conferenze precedenti i partecipanti hanno assunto oltre 1.400 impegni stanziando circa 91,4 miliardi di dollari e hanno protetto almeno cinque milioni di miglia quadrate di oceano. La settima edizione, convocata congiuntamente dal presidente di Palau Surangel Whipps Jr. e dall’inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per il clima John Kerry si è chiusa con 410 impegni per un valore di 16,35 miliardi di dollari e contribuirà a puntare i riflettori su una delle regioni che dipendono maggiormente dagli oceani e più colpite dai cambiamenti climatici.
Nel periodo 2021-2023 saranno destinati quasi 500 milioni di euro alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione nel campo dei startup funding o finanziamenti di avviamento (cioè i finanziamenti necessari per avviare un’impresa) per la missione di Horizon Europe “Restore our Ocean and Waters by 2030” secondo cui gli oceani e le acque svolgono un ruolo fondamentale per conseguire la neutralità climatica e ripristinare la natura, obiettivi del Green Deal europeo.
Per questo, la missione sosterrà grandi progetti di innovazione – “fari” – volti a sviluppare e testare soluzioni a sostegno della protezione del 30% della superficie marittima dell’UE, del ripristino degli ecosistemi marini e fluviali, della riduzione dei rifiuti di plastica in mare, delle perdite di nutrienti e dell’uso di pesticidi chimici del 50% e per rendere l’economia blu climaticamente neutra e circolare.
Un contributo di 55 milioni di euro nell’arco di due anni servirà a rafforzare il monitoraggio dell’ambiente marino e dei cambiamenti climatici, attraverso il programma di osservazione satellitare Copernicus, e in particolare il servizio WEkEO, che consente alla comunità internazionale della ricerca di accedere da un’unica piattaforma a tutti i prodotti che descrivono il passato, il presente e il futuro del sistema terrestre, unitamente a strumenti online per le scienze ambientali su strutture di cloud computing.