Il 30 marzo 2022 la Commissione europea presenterà una proposta legislativa per fissare regole uniche sull’etichettatura dell’impatto ambientale di un prodotto. La Commissione sta cercando di utilizzare il metodo di valutazione del ciclo di vita (LCA) e in particolare, l‘impronta ambientale del prodotto (PEF). Il grande punto interrogativo è se renderà la valutazione e l’etichettatura dell’impatto ambientale dei prodotti (con LCA) obbligatoria o volontaria.
Un gruppo di piccole e grandi aziende di elettronica di consumo ha inoltrato la richiesta alla Commissione Europea per dimostrare ai politici dell’Ue che le Green Label obbligatorie sono l’unica via per rendere più sostenibile il settore digitale, unificando a livello globale la metodologia del ciclo di vita del prodotto, non solo per le grandi aziende, ma anche per le PMI.
Adesioni ancora aperte
Lo scorso lunedì 21 marzo il partito politico olandese GroenLinks ha chiesto così al Parlamento europeo valutazioni d’impatto ed etichette ambientali obbligatorie. Hanno anche citato la coalizione One Green Label Digital come esempio concreto di come le cose dovrebbero e possono essere fatte in modo diverso.
Rogier Volmer, Ceo di Trust International, afferma: “Abbiamo scritto una lettera e chiesto ad altri protagonisti dell’elettronica di consumo sostenibile di unirsi a questa coalizione e firmarla su onegreenlabeldigital.eu”. Questa lettera è già stata sottoscritta da oltre venti aziende nella sua prima settimana e le società possono ancora aderire.
Continua Volmer: “Crediamo che l’etichettatura obbligatoria dell’impatto ambientale sia possibile e necessaria per rendere la transizione digitale sostenibile; permettere ai consumatori e alle imprese di fare scelte sostenibili informate in un modo che sia verificabile, comparabile e affidabile; creare un campo di gioco equo per le imprese che mirano a diventare sostenibili”.
Per questo motivo la coalizione il 30 marzo chiederà ancora una volta alla Commissione europea di rendere obbligatoria l’etichettatura.