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Pmi, le banche finanziano di più quelle “sostenibili”



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Secondo i dati Crif l’accesso al credito è più semplice per le piccole e medie imprese, che ottengono somme più alte e hanno tassi di default del 34% più bassi rispetto alla media. Ma il 40% di quelle italiane ha uno score ESG ancora basso o molto basso

Pubblicato il 25 set 2024



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Per le piccole e medie imprese italiane più sostenibili il tasso di erogazione di finanziamenti da parte delle banche è stato dell’11% più alto rispetto alla media generale, a dimostrazione del fatto che gli istituti finanziari sono più propensi a concedere credito alle PMI più attente all’ESG. La controprova viene dal fatto che le aziende con rating ESG più basso hanno subito una riduzione del 6% del tasso di erogazione. A evidenziarlo è la seconda edizione dello studio “ESG Outlook” di Crif.

Le PMI con un elevato livello di adeguatezza ESG riscontrano una maggiore propensione da parte degli istituti finanziari a concedere credito: per queste imprese più sostenibili, il tasso di erogazione dei finanziamenti nella seconda parte del 2023 è stato superiore dell’11% alla media. Al contrario, le PMI con uno score ESG basso hanno visto una riduzione del 6% nel tasso di erogazione, evidenziando come l’attenzione agli standard di sostenibilità stia diventando un criterio rilevante per l’accesso al credito. Questi sono alcuni dei risultati emersi nello studio ESG Outlook di Crif, giunto alla sua seconda edizione, che conferma l’impatto crescente dei fattori ESG sulle imprese italiane e delle nuove norme Ue sul processo decisionale delle banche.

ESG, una nuova dimensione di analisi nella valutazione del rischio

“In linea con le direttive dell’UE, gli istituti di credito stanno dimostrando una crescente propensione a premiare le imprese che si distinguono per il loro impegno ESG, favorendole nell’accesso al credito – spiega Marco Macellari, head of Risk management & Esg di Crif – Come evidenziato dai dati del Crif Esg Outlook, questo trend conferma come l’integrazione dei criteri ESG non sia solo un indicatore cruciale di responsabilità sociale e ambientale ma rappresenti anche una nuova dimensione di analisi nella valutazione del rischio. Infatti, le PMI che hanno adottato elevati standard ESG registrano tassi di default inferiori del 34% rispetto alla media. Gli istituti di credito, di pari passo, stanno adeguando le loro politiche di finanziamento, sostenendo una crescita e uno sviluppo etico e sostenibile del sistema imprenditoriale”.

“I risultati dell’ESG Outlook suggeriscono come le PMI, nonostante un trend di trasformazione in atto, debbano prevedere ancora sforzi significativi per migliorare la loro adeguatezza agli standard ESG – conclude Macellari – Tale percorso di miglioramento, in particolare delle performance di sostenibilità ambientale, non può prescindere dal sostegno delle istituzioni e del sistema bancario”.

Livello di adeguatezza ESG: grandi aziende più veloci delle PMI

Secondo lo studio Crif rimane ancora larga la forbice tra gli score ESG registrati dalle imprese con più 50 milioni di fatturato rispetto alle PMI, che faticano ad adeguarsi ai nuovi standard di sostenibilità. Nel 2023, infatti, il 40% delle PMI ha mantenuto un livello di adeguatezza ESG oscillante tra il “basso” e il “molto basso”, mentre i player più grandi hanno accelerato con decisione e registrato aumenti significativi. “Tuttavia- spiega Crif in una nota – una crescente consapevolezza, la forte spinta regolamentare e la correlazione positiva tra l’adeguatezza ESG e la riduzione del rischio di credito stanno incoraggiando anche le PMI ad adottare pratiche sostenibili”.

Tassi di default più bassi per le PMI più attente all’ESG

Secondo l’approfondimento di Crif i tassi di default si riducono ma mano che aumenta l’adeguatezza ESG delle aziende. Facendo riferimento al secondo semestre 2023, ad esempio, i finanziamenti con maggior adeguatezza ESG hanno un tasso di default minore del 34% rispetto alla media, mentre la classe ESG peggiore presenta un tasso di default superiore dell’11%. “Questa relazione tra elevata adeguatezza ESG per le PMI e rischio di credito  – spiega ancora Crif – conferma l’importanza crescente di questi fattori nella stabilità e nella sostenibilità aziendale, soprattutto per realtà come le piccole e medie imprese che possono trarre significativi vantaggi dall’integrazione di pratiche sostenibili”.

Una discriminante importante anche per l’accesso al credito

Ma al di là del rischio default, nella seconda metà del 2023 il grado di adeguatezza ESG è stato una discriminante importante per l’erogazione dei finanziamenti: “L’analisi mostra chiaramente come le PMI che si distinguono per un forte e concreto impegno verso la sostenibilità stanno ricevendo un crescente riconoscimento da parte degli istituti finanziari – commentano da Crif – che vedono in esse non solo un minore rischio di credito ma anche una maggiore affidabilità nel lungo termine”.

Analisi per settore e per area geografica

Secondo i dati Crif, inoltre, le PMI situate nel Nord Italia mostrano generalmente un livello più elevato di adeguatezza ambientale rispetto a quelle nel Sud del Paese, con Lombardia, Piemonte e Trentino-Alto Adige si distinguono per i punteggi più alti, mentre Valle d’Aosta, Sicilia e Calabria presentano i punteggi più bassi.

Considerando invece i singoli verticali, a distinguersi per l’adeguatezza ambientale sono le PMI di immobiliare, leisure e consulenza e professionisti, mentre a distinguersi per il minor grado di adeguatezza ambientale sono le imprese del mining – oil & gas, del farmaceutico e dell’Alimentare, Bevande e Tabacco.

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